Alone in the Dark (2008)

Alone in the Dark (2008)

 

Si è fatto attendere a lungo, questo Alone in the Dark, generando attorno a sé numerose aspettative. Dopo gli indimenticabili primi capitoli ci si aspettava un ritorno in grande stile su PS3, un gioco in grado di catturare lo spirito della saga potenziandolo con un comparto tecnico sbalorditivo. Vediamo se le promesse sono state mantenute.

 

Edward Carnby, eroe della saga e affascinante indagatore dell' occulto, si risveglia privo di memoria in un palazzo di New York, nei pressi del Central Park. A quanto pare è nuovamente vittima di una setta di fanatici intenzionati ad ucciderlo, ma il destino vuole che riesca a fuggire dalle grinfie di questi individui grazie, paradossalmente, al male che loro stessi hanno scatenato. Edward, quindi, dovrà scoprire cosa sta succedendo e cercare un modo per scacciare il male da questo mondo, in una girandola di situazioni più o meno imprevedibili in puro stile cinematografico.

Eh sì, cari i miei appassionati: dimenticatevi le atmosfere cupe e riflessive dei vecchi survival horror. Stavolta abbiamo davanti un vero e proprio horror movie dal ritmo serrato, il che non sarebbe male se trama e personaggi fossero dotati di carisma e personalità. Purtroppo invece (per quanto mi riguarda) i personaggi sono tremendamente stereotipati e la storia, oltre a presentare buchi narrativi più larghi della vagina di Pamela Anderson, è davvero scontata e banale, tanto che in certi punti ho avuto l' impressione di trovarmi di fronte a una sceneggiatura da film di serie B. Non che sia completamente da buttare, per carità, ma è ben lontana dallo stupire o dall' emozionare a dovere, e da un survival horror ci si aspetterebbe molto di più soprattutto considerando i grandi standard a cui la serie ci aveva abituato.

 

 (Tecnicamente non è malaccio, ma ci sono numerosi aspetti discutibili)

 

Un mezzo tradimento, insomma, ma non tutto è perduto: se trama e personaggi si sono un pò persi per la strada, lo stesso non si può dire per i contenuti. In effetti, da questo punto di vista Alone in the Dark porta un pò di aria fresca al genere, e non si può negare che la saga stessa avesse un pò bisogno di una spolverata da questo punto di vista. Ecco quindi che per la prima volta vivremo una serie di situazioni estremamente diverse tra loro, e non si può certo dire che la varietà manchi in questo episodio: esplorazioni, sparatorie, combattimenti, fughe spericolate, fasi platform, sezioni di guida... Purtroppo ciò comporta diversi pregi e difetti: è vero che in questo modo la ripetitività non si fa mai sentire, ma la scarsa qualità dei controlli rende tutte queste fasi particolarmente frustranti. Ogni sezione necessita di comandi specifici, e il passaggio (ad esempio) da una fase esplorativa ad uno scontro a fuoco è a dir poco spiazzante: mentre solitamente guideremo Edward tramite una classica visuale in terza persona, una volta equipaggiata una pistola la telecamera si sposterà in prima persona trasformando il gameplay in uno sparatutto. Ecco quindi che improvvisamente quella che prima era una levetta dedicata al corpo a corpo adesso viene dedicata alla mira, con tutta la confusione che questo può generare nel videogiocatore. È davvero difficile abituarsi a questi repentini cambi di gameplay e controlli, e la cosa non è di certo da sottovalutare.

Ci sono però alcune particolarità da elogiare, in questo survival horror: innanzitutto la riproduzione di elementi naturali come fuoco, acqua o elettricità. Infatti non solo sono riprodotti con un buon realismo visivo, ma si comportano in modo coerente con l' ambiente circostante: ad esempio il fuoco si propaga per la stanza bruciando tutti gli elementi infiammabili presenti, e l' elettricità abbinata a superfici bagnate diventa una terribile arma letale. A volte questi elementi sono messi a disposizione del giocatore, in modo da lasciarlo libero di scoprire modi nuovi per proseguire, e grazie a questo l' interattività con lo scenario è davvero encomiabile: una molotov lanciata nel posto giusto può abbattere più nemici contemporaneamente, un estintore può essere utilizzato per liberare una zona divorata dalle fiamme, un' ascia è perfetta per abbattere alcune porte comuni... Inoltre, con un pò di inventiva, è possibile creare vari tipi di oggetti e scoprire utilizzi diversi interagendo con le cose attorno a noi: bruciare una sedia produce dei bastoni infuocati da utilizzare come torce (o come armi), bucare il serbatoio di un auto genera una scia di liquido infiammabile, una bomboletta combinata con un accendino si trasforma in un tremendo lanciafiamme. Insomma, da un certo punto di vista l' originalità di alcune meccaniche è quasi da elogiare, come anche il modo in cui viene gestito l' inventario: l' azione non viene mai interrotta da menù di alcun genere, e per scegliere un oggetto tra quelli in nostro possesso Edward aprirà la giacca permettendoci di visionare in tempo reale il contenuto delle tasche. Da questa schermata è possibile equipaggiare al volo la pistola, utilizzare uno spray medico direttamente sulle ferite o combinare oggetti diversi come bottiglie, fazzoletti, bende o nastri adesivi. Dal punto di vista dell' interazione con gli scenari e delle combinazioni tra gli oggetti a disposizione Alone in the Dark contiene davvero un' infinità di chicche interessanti. Davvero apprezzabile, soprattutto per chi ogni tanto ama vedere un tocco di realismo in più.

 

 (L' inventario è davvero originale... e anche piuttosto pratico)

 

Purtroppo le qualità del gioco si fermano qui: spesso infatti lo svolgimento è molto lineare, e le fasi più aperte, in cui scegliere dove andare e cosa fare, si contano sulle dita di una mano. Perfino le fasi di guida, in cui utilizzare auto e furgoncini per spostarsi da una zona all' altra di Central Park, si svolgono spesso su percorsi prestabiliti e lasciano prevalere il lato spettacolare e cinematografico delle scene. Tutto questo limita la libertà di azione effettiva e il realismo percepito nel corso della storia, che potevano essere perfetti considerando le enormi possibilità offerte dall' interazione con il mondo di gioco (in questo senso a peggiorare le cose si aggiungono anche numerose cutscene non skippabili e diversi eventi scriptati).

I nemici non sono moltissimi, ma si differenziano tra loro per varietà e punti deboli; niente di eccezionale (sia per design che per carisma lasciano molto a desiderare) e come se non bastasse presentano una IA davvero arretrata, ma tutto sommato riescono a provocare la giusta tensione, anche se distante anni luce da quella provata con Silent Hill o affini.

Tornando infine sulla trama (che in fondo è una cosa importante in un survival horror), come dicevo non è esattamente originale o profonda come speravo. L' idea dei rituali e della setta occulta dopotutto funzionano, ma dialoghi e sceneggiatura sono davvero banali. Credetemi, non sono schizzinoso, ma credo davvero che in alcuni frangenti si sia esagerato troppo in quanto a clichè e stereotipi. In un survival horror di questo calibro mi aspettavo decisamente di più. Lo stile cinematografico delle inquadrature e dei filmati non deve essere una giustificazione per una trama altrettanto scontata e già vista in mille film. Il finale, poi, è davvero troppo confuso, e mi ha lasciato spiazzato e con l' amaro in bocca (oltre che con numerose domande senza risposta). Nonostante questo, chi cerca un' avventura senza troppe pretese potrebbe gradire una storia che, dopotutto, scorre via senza troppi problemi.

 

Graficamente non sfrutta assolutamente il potenziale della console. Come accennato la realizzazione degli elementi naturali è eccellente, la fisica è assolutamente realistica (pochi titoli permettono di "giocare" con gli oggetti in questo modo) e alcuni effetti speciali sono da applauso, come alcuni crolli ed esplosioni. Questi pregi però vengono molto spesso oscurati dagli innumerevoli difetti, e in certi casi sembra quasi di giocare a un titolo per PS2: texture scarse, orizzonte visivo sfuocato, ambientazioni spoglie, telecamera scomoda, ombre in molti casi assenti, animazioni tra il pessimo e il ridicolo... e bug. Solo il protagonista riesce ad essere apprezzabile, per il resto l' impatto visivo lascia alquanto a desiderare, e considerando il budget tutt'altro che irrisorio a disposizione degli sviluppatori (non è di certo un gioco indie) non riesco a perdonare un risultato simile.

 

 (Carenza di dettagli, visuali sfuocate... graficamente non è di certo impressionante)

 

Buono il sonoro, ma anche qui siamo distanti anni luce dalla perfezione: il doppiaggio italiano è discreto (apprezzabile in alcune occasioni ma troppo spesso innaturale e svogliato) e gli effetti sono passabili, anche se a volte raggiungono diversi picchi di mediocrità. Eccellente la colonna sonora, un pò troppo epica e cinematografica per il genere, ma emozionante e in linea con lo stile registico della storia.

I controlli, ahimè, sono terribili: da un lato è divertente scoprire le innumerevoli combinazioni che gli oggetti dello scenario offrono a nostra disposizione, ma dall' altro i controlli sono talmente rigidi e scoordinati che è davvero difficile abituarsi. Come se non bastasse, rispondono davvero in modo pessimo causando più di un problema soprattutto nei combattimenti con le creature o durante le scalate con la corda. Non sarà raro morire o avere difficoltà a superare alcuni ostacoli per colpa di una cattiva risposta da parte dei comandi.

Solo buona la longevità: raggiungere la fine della storia richiederà non più di 8/10 ore, variabili in base al nostro stile di gioco. L' avventura essendo lineare non stimola molto l' esplorazione, ma se ve la prendete comoda nel cercare nuovi approcci potrebbe durarvi un paio di ore in più. La rigiocabilità è piuttosto buona, grazie a due finali disponibili e la ricerca di nuove combinazioni.

 

Nel complesso si tratta insomma di un titolo mediocre, ma che presenta sicuramente alcuni spunti interessanti. L' interazione con l' ambiente, l' atmosfera sovrannaturale e alcuni aspetti tecnici sono sicuramente all' avanguardia, ma troppe cose sono state confezionate alla rinfusa. Se è vero che con un pò di impegno si riesce (forse) a soprassedere ai numerosi difetti tecnici, lo stesso non si può dire riguardo il gameplay: è davvero difficile digerire dei controlli tanto rigidi e imprecisi, soprattutto se si pensa al fatto che un gioco simile gira su una PS3. Un titolo sicuramente da provare, se vi piace il genere, ma si poteva fare di meglio. Molto meglio.

 

 

PREGI

Buona varietà di situazioni

Buona la fisica del mondo di gioco

Buone musiche e atmosfera riuscita

DIFETTI

Controlli improponibili

Grafica arretrata e povera di dettagli, animazioni vecchie di 10 anni

Linearità (quasi) totale

Trama e personaggi ridicoli

 

GRAFICA...............58

SONORO...............79

GIOCABILITA.........55

LONGEVITA...........80

Divertimento*.......80

GLOBALE..............68

 

A cura di: Marco Tessarolo