Beyond: Due Anime (2013)

Beyond: Due Anime (2013)

 

Uno dei titoli che ha segnato la storia di PS3 è sicuramente Heavy Rain in quanto capace di differenziarsi da qualsiasi altro videogioco, tanto da creare dei veri dibattiti esistenziali sulla bontà o meno del lavoro di Quantic Dream. David Cage ora ci riprova con Beyond e con una formula che ancora una volta quasi sacrifica il puro giocato in favore degli aspetti maggiormente emotivi con l'auspicio di raggiungere nuove vette anche grazie alle capacità recitative di due pezzi grossi del panorama cinematografico: Ellen Page e William Dafoe. Ma come si sa, confermarsi è spesso più difficile che affermarsi...

 

JODIE HOLME'S CHRONICLES

L’aspetto portante delle opere di David Cage è la capacità di creare emozioni nel videogiocatore attraverso il gameplay e ovviamente la storia. In questo caso l’attenzione è incentrata quasi totalmente su Jodie Holmes, una ragazza con un dono. Jodie vive collegata con un’entità ultraterrena che lei stessa ha deciso di chiamare Aiden. La particolarità della cosa risiede nel fatto che la ragazza non ha potere su tale entità, gli può chiedere di eseguire un compito ma non la può obbligare e non è lei a comandarla. Aiden dal canto suo dimostra fin da subito di avere una personalità forte che spesso va in contrasto con quella di Jodie. Da qui l’aspetto più importante della storia ideata da Cage, la sviluppo del rapporto tra Jodie e Aiden durante un lasso di tempo lungo ben 15 anni, di come i due passino da una convivenza forzata ad un rapporto di simbiosi. Di tutti i personaggi principali che si incontrano ne vengono con successo esplorati la personalità ed il rapporto con Jodie ma il vero successo di Cage risiede nella caratterizzazione di quest’ultima. Il lasso di tempo di più di 15 anni ci dà la possibilità di conoscerla come se fosse una nostra amica stretta. Si riesce a capirne il carattere e la personalità in tutta la loro complessità, si è inoltre in grado di comprendere quanto siano importanti alcuni passaggi nello sviluppo di una ragazza durante gli anni dell’infanzia e della pubertà per definire la donna che sarà. In pochi giochi si crea un rapporto così stretto con un personaggio.

 

 

Per quanto detto finora si intuisce che con delle promesse così forti sarebbe stata sufficiente una buona narrazione per consegnare Beyond agli annali dello story telling. In questo Cage fa un grande passo indietro rispetto a quanto visto in Heavy Rain. Se nel suo precedente lavoro era stato in grado di gestire alla perfezione il ritmo rendendolo sempre più incalzante man mano che ci si avvicinava ai titoli di coda nonostante si stessero seguendo quattro personaggi differenti, in Beyond tutto risulta troppo frammentato. Come da titolo del paragrafo, si ha l’impressione di seguire un telefilm a causa dei tantissimi capitoli narrati in ordine non cronologico. Lo scopo è probabilmente quello di evidenziare dei passaggi di causa-effetto che altrimenti sarebbero potuti passare inosservati insieme a quello di creare una certa aspettativa su quello che ancora deve accadere accennandone qualche particolare. Il risultato però è diverso da quello che Cage probabilmente si aspettava. La narrazione risulta estremamente spezzettata e i capitoli della vita di Jodie hanno tutti un inizio e una fine ben precisa risultando spesso un qualcosa di a sé stante scollegato dal resto. Per il giocatore è senz’altro facile perdere la visione di insieme. L’aspetto paranormale è inoltre notevolmente sovra sfruttato sfociando nel fantascientifico. In questo modo il gioco perde la sua natura di un qualcosa di racchiuso, personale, profondo e si avvicina ad un concept da Mission Impossible o comunque da blockbuster hollywoodiano. Sinceramente avendo preso questa via con Beyond, David Cage è più quello che ha sacrificato in emozioni e in atmosfera rispetto a quello che guadagna in spettacolarità.

 

 

ALLA CACCIA DELLA SFERA LUMINOSA

 

In Beyond troviamo due tipi di gameplay differenti, uno studiato per controllare Jodie e l’altro invece per Aiden. Il primo dei due prende più o meno tutto quanto si era visto in Heavy Rain modificando invece il sistema di interazione nelle fasi action. Avremo quindi una mobilità limitata del personaggio con il quale dovremo spostarci verso i punti di interazione prestabiliti e nel caso di dialoghi o scelte particolari ci verrà chiesto di schiacciare il tasto corrispondente all’opzione scelta. Nelle fasi action è stato quasi totalmente eliminato l’utilizzo dei tasti fisici frontali e dorsali a favore del solo analogico destro con il quale dovremo cercare di assecondare le mosse della nostra beniamina. Salti, accovacciate, parate e colpi di arti marziali saranno totalmente gestiti con il suo solo movimento nella direzione richiesta in linea con quanto visto su schermo, il tutto da eseguire in un lasso di tempo evidenziato da un rallentamento dell’azione. Con Aiden invece abbiamo la possibilità di scorrazzare allegramente nell’etere, anche attraverso vetrate e porte, dandoci una discreta possibilità di esplorazione. Ciò che si potrà fare non è niente di più che andare alla ricerca delle sfere blu che ci indicheranno i punti di interazione. Una volta attivati premendo L1 sarà dunque necessario muovere entrambi gli analogici come richiesto. In questo modo Aiden è in grado principalmente di spostare oggetti, di strangolare ed impossessarsi di alcuni nemici ben evidenziati rispetto agli altri, di rendere Jodie una specie di sensitiva ed infine di curarla o di crearle una bolla protettiva attorno.

 

 

Che dire, funziona o non funziona? La risposta manco a dirlo è “ni”. Da una parte di certo non lo odierete se avete apprezzato quanto visto in Heavy Rain e le aggiunte possono essere interessanti. Dall’altra parte c’è da considerare che Beyond NON è Heavy Rain. Per come è costruito risulta essere molto più guidato, le scelte morali non ci sembreranno così determinanti (anche se a ragion del vero in alcuni casi è interessante vedere come influenzano le scene successive) e le fasi action di Jodie aggiunte a tutte le parti dove si controlla Aiden gridano alla necessità di un gameplay più aperto e libero. Se in Heavy Rain l’impressione era quella che i Quantic Dream avessero trovato l’amalgama perfetta tra giocabilità e narrazione, in Beyond continuamente siamo portati a pensare al potenziale inespresso che si sarebbe potuto sfruttare con un gameplay differente. Il primo esempio è quello delle lunghe fasi action al comando di Jodie che non presentano alcuna sfida e che risultano ripetitive e noiose senza contare il fatto che durante queste sezioni si potrebbe quasi poggiare il pad e bersi qualcosa dato che si giocano quasi da sole. Quanto detto è ancora più sentito al comando di Aiden. In generale, mentre lo si usa la voglia sarebbe quella di essere liberi di fare ciò che si vuole ma la sensazione di costrizione causata dal gameplay è all’apice nelle fasi stealth dove l’entità risulta un supporto tattico per Jodie. Se non fossimo costretti ad andare alla ricerca delle sfere blu per compiere azioni pre determinate, se tutto non fosse calcolato perché avvenga in una sola maniera, se i nemici invece di posizionarsi nel posto migliore per essere colpiti avessero un’intelligenza artificiale propria, allora Beyond sarebbe stato probabilmente qualcosa di unico.

Beyond ha sicuramente il merito di farsi rigiocare. Questo è invogliato, oltre che dalla presenza di 23 finali e di qualche bonus, dalla possibilità di guadagnare trofei e allo stesso tempo provare scelte o azioni differenti in grado di influenzare le vicende. Qualora lo si volesse platinare sarebbe inoltre necessario giocare Beyond anche più di due volte, almeno dalla metà in poi. Se non dovessero interessare queste possibilità l’offerta a livello di ore non si discosta dalla canonicità. Circa una decina.

 

 

PS3,5

A livello di tecnica il lavoro è ineccepibile. Ovviamente tutto va pesato in funzione del fatto che con una giocabilità limitata e con possibilità di movimento e interazione limitate risulta più facile avere un graficone altrimenti impossibile ad esempio in un open world. Detto questo se mi avessero fatto vedere i modelli dei personaggi principali dicendomi che erano stati presi da un progetto per PS4 non avrei stentato a crederlo. Eccezionali. A differenza di Heavy Rain, dove era presente un netto distacco, la qualità delle location esterne è assolutamente in linea con quelle interne con qualche piccola eccezione. La tecnica risulta funzionale in Beyond in quanto valorizza la prestazione di attori tutti d'un pezzo come Ellen Page e William Dafoe. Ovviamente la cosa migliore sarebbe quella di giocare Beyond in lingua originale per poterne apprezzare maggiormente la recitazione. Il doppiaggio italiano è comunque molto buono. Nella colonna sonora non troviamo tracce indimenticabili ma risulta comunque un buon supporto per il resto.

 

CONCLUSIONI

David Cage con Beyond non è riuscito a bissare il successo, almeno per quanto riguarda la critica, di Heavy Rain. La cosa è facilmente spiegata da una narrazione troppo frammentata che spesso fa perdere la bussola al videogiocatore senza permettere il giusto coinvolgimento, e da un gameplay che altro non è che una versione adattata di quello di Heavy Rain risultando in questo caso un po’ stretto nelle fasi più movimentate. Ineccepibile nella tecnica e nella recitazione degli interpreti, Beyond non riesce a creare le emozioni provate nel suo cugino Heavy Rain e alcuni ingranaggi non girano bene come sarebbe stato lecito aspettarsi ma rimane comunque un’esperienza videoludica da provare soprattutto nel caso si abbia la voglia di un videogame che si distingue dalla massa.

 

PREGI

Recitazione e caratterizzazione dei personaggi

Livello grafico eccelso

Finale/i

Parziale possibilità di influenzare la trama

DIFETTI

Narrazione troppo frammentata

Temi trattati non sempre coinvolgenti

Poche scelte morali rispetto Heavy Rain

A tratti troppo guidato

 

GRAFICA...............95

SONORO...............85

GIOCABILITA.........70

LONGEVITA...........80

GLOBALE..............83

 

A cura di: Nicola Puhar