Fallout 3 (2008)

Fallout 3 (2008)

 

Anno 2077. L' incubo diventa realtà. La guerra nucleare distrugge il mondo intero e ogni angolo del pianeta è ridotto in cenere. Tuttavia, la razza umana è sopravvissuta all' inverno nucleare e molte cose sono cambiate. No, non sto parlando di Kenshiro. Fallout 3 inizia proprio col botto (che pessima battuta...): un filmato iniziale metterà in mostra tutto l' orrore e l' angoscia scatenati da una bomba nucleare e ci trasmetterà fin da subito una drammaticità e una tristezza che ci accompagneranno per tutto il corso della storia. Una volta creato il protagonista (nome, sesso, capelli, occhi, orecchie, naso e via dicendo) inizia la nostra avventura: facciamo parte di un gruppo di sopravvissuti che è cresciuto all' interno di un Vault, ovvero un bunker sotterraneo costruito e progettato per permettere agli esseri umani al suo interno di vivere il più a lungo possibile nel caso di un' attacco nucleare: all' interno vive una vera e propria comunità, dotata di scuole, infermerie, cucine, alloggi. Qui inizierà un lungo tutorial: è il giorno del nostro compleanno e il nostro adorato papà ci ha organizzato una festa coi fiocchi, e al party faremo conoscienza di alcuni personaggi e prenderemo confidenza con i comandi di base, come il movimento e il dialogo. Dopo il piacere, si passa al dovere: dovremo andare a scuola e sostenere una sorta di esame in cui ci verranno posti dei quesiti: in base alle risposte date influenzeremo il nostro carattere e la nostra personalità, adattando le caratteristiche del personaggio al nostro stile. Apprenderemo poi le basi del combattimento e avremo modo di approfondire il nostro legame con alcuni personaggi chiave. Improvvisamente, però, accade qualcosa di inspiegabile: nostro padre fugge dal Vault senza dare spiegazioni, ignorando qualsiasi protocollo e mettendo a repentaglio la vita di tutti. Inutile dire che scoppia il panico e l' intero bunker si trasforma in un campo di battaglia: le autorità stanno dando la caccia al fuggiasco... figlio compreso. Dovremo quindi di scappare dalle autorità e uscire all' esterno, e andare alla ricerca di nostro padre per avere delle risposte. Perchè è scappato? Perchè tanta segretezza? È soprattutto... dove si trova? Usciamo all' aperto... la luce all' esterno è qualcosa di abbagliante, e ci vuole qualche secondo per abituare la vista. Davanti a noi una distesa infinita di strade, rocce e abitazioni: benvenuti a Washington.

 

 (Gli scenari sono talmente realistici e dettagliati nella loro drammaticità da mettere i brividi)

 

SOPRAVVIVERE NELLA ZONA CONTAMINATA

La potenza narrativa di Fallout 3 è qualcosa che non si vede tutti i giorni: in parte aiutati dalla visuale in prima persona, in parte per merito dell' ottima sceneggiatura, è davvero facile immedesimarsi con quanto avviene sullo schermo. Senza svelare nulla della trama, vi basta sapere che è molto matura e drammatica, in grado di far riflettere su molte tematiche attuali. Comunque, veniamo al succo del gioco: a dire il vero non so da dove cominciare, ci vorrebbero dieci pagine per descriverne ogni aspetto. Come in Oblivion potremo creare il nostro personaggio da zero e personalizzare tutti i suoi Attributi (forza, percezione, stamina, carisma, intelligenza, agilità e fortuna) e Abilità (baratto, scasso, medicina, scienza, furtività e tanti altri). Essendo un action/GDR, poi, non potevano mancare i punti EXP da acquisire uccidendo nemici e portando a termine missioni: una volta saliti di livello la salute verrà incrementata e potremo aumentare di qualche punto le caratteristiche sopra elencate, secondo i nostri gusti. Insomma, chi ha giocato ad Oblivion sa già cosa aspettarsi, e in effetti le similitudini tra i due titoli sono molte. Il menù stavolta è perfettamente integrato col mondo di gioco: sul braccio sinistro del nostro alter ego è innestato un Pip-Boy3000, una sorta di terminale portatile che ci permetterà di visionare Oggetti, Statistiche e Dati di vario genere (mappe, missioni, note, radio...).

Comunque, una volta usciti dal Vault arriveremo a Megaton, un piccolo villaggio autosufficiente non molto distante dal bunker. Qui acquisiremo il nostro primo rifugio, conosceremo altri personaggi e avremo modo di fare quattro chiacchere con i cittadini: il bello dei dialoghi è che sono interattivi e molto spesso dovremo decidere noi quale risposta dare al nostro interlocutore (scegliendo tra due o tre opportunità). La risposta data influenzerà la nostra Fama, e in base alle nostre azioni (anche "fisiche") potremo scegliere se essere persone oneste (in questo caso la popolazione ci affiderà più missioni secondarie, ricompense migliori e sconti nei negozi) o persone malvage (avremo accesso più facilmente ad armi e oggetti potenti ma in questo caso le autorità ci si scaglieranno contro, i civili manterranno le distanze, saranno meno eloquenti e via dicendo).

 

 (Preparatevi a lunghe scampagnate. Anche se non manca il teletrasporto)

 

Non è sempre facile essere buoni in un mondo ostile e terribile come quello di Fallout quindi preparatevi a scelte difficili. Anche sopravvivere è un compito arduo: in effetti Fallout 3 potrebbe essere catalogato come un Survival-GDR: tirare a campare nella zona contaminata non è per niente facile. I nemici (mutanti e umani) sono molto tosti da abbattere e il più delle volte la fuga si rivelerà la scelta migliore. Le armi, inoltre (sia da mischia che da fuoco) si deteriorano velocemente con l' uso e dovremo spesso recuperarne di nuove o riparare quelle vecchie cercando il necessario in giro. Nel nostro vagabondare ci saranno un sacco di cose da fare e gli amanti dell' esplorazione non avranno di che lamentarsi: la mappa è davvero immensa, tra fiumi, villaggi, città, deserti, tutto rigorosamente devastato (attenti alle zone altamente radiattive). Spostarsi da una zona all' altra trasmette un' incredibile sensazione di disagio e solitudine, con il fruscio del vento, i nostri passi e il gracchiare del contatore Geiger a farci compagnia. Potremo raccogliere di tutto: armi, vestiti e accessori (da indossare), cibo (indispensabile per recuperare un pò di salute nei momenti critici, ma occhio alla contaminazione), munizioni, tappi (la "moneta" del gioco), bottiglie, lattine e un sacco di altro ciarpame (servirà per racimolare qualche soldo). Occhio però a non superare il peso massimo di carico trasportabile, o il personaggio sarà così lento che combattere o -nella peggiore delle ipotesi- scappare si rivelerà impossibile. Tutto l' equipaggiamento raccolto durante le escursioni potrà essere conservato nel rifugio (negli appositi contenitori come armadi o cassetti) o rivenduto in qualche negozio. A rendere tutto questo ancora più realistico c' è il classico ciclo giorno-notte: meglio non girare col buio, faremo bene a cercare un rifugio e dormire per qualche ora in attesa che sorga il sole. Questo e molto, molto altro riserva il mondo di Fallout 3: non ho parlato della possibilità di scassinare porte e serrature, di violare terminali, di accettare incarichi secondari da parte della popolazione, di saccheggiare i nemici, di cibarsi dei cadaveri (eh si, sono presenti episodi di cannibalismo), delle caratteristiche della bussola, delle statistiche delle armi e delle armature, della possibilità di arrendersi alle autorità e un sacco di altre cose. Descrivere tutto quello che c' è da fare e da vedere è proprio impossibile.

 

REALIZZAZIONE TECNICA

Graficamente è incredibile e dimostra tutto quello di cui è capace questa nuova generazione: ambienti vastissimi, personaggi curati e texture quasi sempre al posto giusto. Certo, tutto ha un prezzo: i caricamenti (entrando e uscendo dagli edifici) sono piuttosto lunghi e non mancano diversi bug diffusi, giustificati comunque dall' enorme mole di dati sostenuti dal motore di gioco. L' aspetto peggiore sono sicuramente le animazioni: i personaggi non si muovono in modo naturale come dovrebbero (sconsiglio di giocare con la telecamera in terza persona: oltre ad essere inguardabile il protagonista è molto più impacciato nei movimenti), e si ha come la sensazione che "scivolino" sul terreno. Inoltre, certi scenari sono eccessivamente spogli, e in alcuni palazzi ci sono elementi scenici che si ripetono all'eccesso (come scrivanie, armadietti ecc). Comunque, sono davvero tutti difetti perdonabili, dal momento che per tutto il resto si tratta di un titolo davvero curato e vastissimo: ambientazioni varie e realistiche, buona interattività, un' infinità di luoghi da esplorare.

 

 (Pochi titoli possono vantare una simile estensione degli scenari con questo dettaglio grafico)

 

Il sonoro è ugualmente eccelso: musiche da oscar (ottimi soprattutto i motivi di sottofondo, tristi e deprimenti al punto giusto) e un doppiaggio in italiano generalmente ottimo (anche se in alcuni casi è realizzato in modo frettoloso e poco professionale, ma niente di grave). Buoni gli effetti, anche se non raggiungono particolari picchi qualitativi.

La giocabilità è il punto forte di Fallout 3: la libertà di azione è altissima e le opzioni di personalizzazione del personaggio sono innumerevoli. I controlli sono semplici e intuitivi e i combattimenti sono impegnativi al punto giusto: sembra quasi uno sparatutto e in effetti i controlli sono molto simili (tasto R1 per attaccare, tasto L1 per mirare), ma la quantità di munizioni e l'usura delle armi sono aspetti che ricordano molto i survival horror. Peccato che gli impatti dei nostri colpi siano imprecisi e poco realistici nel combattimento corpo a corpo con le armi bianche, cosa che penalizza non poco il gameplay. I combattimenti però sono resi più vari e originali dallo S.P.A.V. (sistema di puntamento assistito): in pratica, una volta riempita la barra dei Punti Azione, potremo mettere in "pausa" la scena e selezionare punti specifici del corpo dell' avversario per colpirlo con più precisione (spesso con effetti devastanti). Questa abilità però necessita di tempo per essere usata di nuovo, quindi è bene sfruttarla nei momenti di bisogno e, soprattutto, con gli avversari più forti. Un' aspetto che non ho digerito del gameplay è l' inutilità del cibo: infatti per recuperare energia il più delle volte dovremo ricorrere agli Stimpak (una sorta di siringhe curative), dal momento che frutta e simili -oltre ad essere radiattivi- fanno recuperare una quantità davvero minima di punti vita. Avrei gradito enormemente una "barra della fame" (o della stamina o come diavolo volete chiamarla), che non solo avrebbe dato un senso al cibo ma avrebbe donato al gameplay un realismo senza pari (sopravvivere esclusivamente iniettandosi dosi di adrenalina non è molto verosimile).

La longevità, come avrete intuito, è ottima... ma non lunghissima per un gioco di ruolo: la storia principale è piuttosto breve (18/20 ore) ma ci sono così tante sub quest e così tanti luoghi da esplorare che ne avremo per ALMENO 50/60 ore. Poi potremo sempre rigiocarlo per sbloccare nuove caratteristiche o, perchè no, per tentare un' approccio diverso. Peccato davvero per l' assenza di un multiplayer o di una qualsiasi modalità online: una modalità Coop (anche solo in split-screen) sarebbe stata perfetta. In ogni caso, obiettivamente non c' è niente di cui lamentarsi.

Insomma, un titolo mastodontico e colossale, che non può assolutamente mancare nella collezione di qualsiasi Videogiocatore con la V maiuscola. Un' opera indimenticabile, affascinante, piena di spunti riflessivi e dannatamente assuefante, che stupisce per sua la vastità e, contemporaneamente, per l' incredibile cura tecnica riposta in ogni dettaglio. Uno dei primi veri esempi di "giochi next gen".

 

PREGI

Libertà incredibile

Un' enorme mondo post-apocalittico da esplorare

Un sacco di cose da fare

Tecnicamente eccelso

Atmosfera davvero affascinante

DIFETTI

Molti (comprensibili) bug grafici

Animazioni pessime

Qualche caricamento un pò lunghino

 

GRAFICA...............96

SONORO...............92

GIOCABILITA.........97

LONGEVITA...........90

Divertimento*.......98

GLOBALE..............94

 

A cura di: Marco Tessarolo