Max Payne 3 (2012)

Max Payne 3 (2012)

 

Massì dai diciamolo. Chi di noi ha mai dimenticato le toccanti e spericolate avventure del vecchio Max Payne? Nessuno. Non è mica facile dimenticare una storia triste e crudele come la sua e non è altrettanto facile dimenticare alcune delle scene più esaltanti e spettacolari di tutti i tempi. Dopo ben nove (NOVE!! ma come abbiamo fatto a resistere tutto questo tempo?!) anni il personaggio più duro, cattivo e incazzato dei videogiochi rinasce dal dimenticatoio e lo fa nel suo tipico stile: tra sangue e piombo!

 

È triste constatare che in molti non hanno potuto (o voluto) giocare i primi due capitoli della saga, quindi mi vedo costretto a fare una piccola introduzione per far capire a quegli sfortunati che cosa si sono persi. Chi già conosce la storia salti pure questo capitolo, gli altri ascoltino bene perchè non conoscere Max è alquanto scandaloso e inaccettabile.

 

 (Trama e personaggi, in Max Payne, assumono un ruolo centrale. Sembra quasi un film)

 

Max Payne usci' nel lontano 2001 e stupì giocatori e critica come un fulmine a ciel sereno: fu infatti il primo shooter in terza persona (ma chiamarlo così è riduttivo) a introdurre per la prima volta quello che sarebbe diventata un' immancabile icona dei film e dei giochi d' azione: il Bullet Time. La possibilità durante gli scontri di rallentare il tempo per qualche secondo consentiva di sparare con grande precisione e, contemporaneamente, di dare il via a spettacolari sequenze di morte e distruzione: era esaltante vedere per la prima volta cadaveri crivellati di colpi che si contorcevano di dolore e proiettili vaganti che si schiantavano sui muri provocando esplosioni di piastrelle e detriti al rallentatore. Ma non si riduceva tutto a questo: era soprattutto la trama (e lo stile inconfondibile con cui veniva raccontata, con opprimenti atmosfere noir ed i carismatici monologhi del protagonista) a trascinare il giocatore in un vortice di piacere da cui era impossibile uscire. Nel primo capitolo fummo testimoni del suo triste destino, quello di un normale poliziotto che, dopo una giornata di lavoro, si ritrova la casa occupata da un gruppo di invasati che, in preda al delirio, gli massacrano la moglie e la neonata figlioletta davanti ai suoi occhi. Max arrivò troppo tardi e quella scena finì per tormentarlo per tutto il corso della sua vita. Tutto questo si svolgeva in una fredda New York attanagliata dal vento e da una interminabile tempesta di neve e ghiaccio. L' assenza di civili per strada e la desolazione delle ambientazioni (sempre dominate dallo squallore e dalla violenza) colpivano il giocatore e dava davvero l' impressione di una città sull' orlo dell' abisso. Max quindi in preda alla sua furia assassina e, contemporaneamente, alla depressione che come un cancro iniziava a crescere e diffondersi in lui, iniziò a farsi strada a suon di pallottole alla ricerca della verità... e della vendetta. A fare da contorno a tutto questo, un doppiaggio in italiano tra i migliori (e più azzeccati) mai sentiti in un videogioco e uno stile narrativo che attaccavano il giocatore allo schermo come un drogato si attaccherebbe alla sua dose preferita.

Max Payne 2 usci invece nel lontano 2004 e vedeva un Max distrutto da dolore, nonostante la vendetta faticosamente conquistata, intento ad affrontare nuovi orrori insieme ai vecchi fantasmi del passato. La trama era meno interessante del primo capitolo, tuttavia era più complessa e ugualmente appassionante. Lo stile e lo humor del protagonista subirono un formidabile salto di qualità (bellissimi certi monologhi) e Max assumeva contorni caratteriali e psicologici finalmente all' altezza della saga. Anche in comparto tecnico subi' un forte restyling, con modelli poligonali curati e ambientazioni più varie e dettagliate. Il gameplay invece rimase pressochè invariato, cosa che rappresenta forse l' unica critica ad un action altrimenti al limite della perfezione (all' epoca).

Ora siamo arrivati alla resa dei conti, con l' ultimo (o forse no, chissà...) capitolo di una saga che è diventata leggenda.

 

 (Tanto piombo, monologhi e azione a 1000: questo è Max Payne)

 

DURO A MORIRE

Lo avrete notato, di norma non sono solito parlare della trama di un gioco durante una recensione e per svariati motivi. Per non rovinare eventuali sorprese. Perchè la reputo una cosa secondaria o che interessa solo soggettivamente (è il caso di giochi come Skyrim, o Monster Hunter, giochi che fanno del gameplay il vero fulcro del gioco). Oppure -soprattutto- perchè scrivere due righe su una storia che magari all' inizio non promette un granchè lo trovo sconveniente e screditante per il gioco in esame. Gioco che, magari, dopo un incipt poco ispirato ti prende e ti trascina come un fiume in piena (è il caso, chessò, di Mass Effect 2, Dead Space o GTAIV).

Ebbene, questa volta è diverso. Parlare di Max Payne 3 senza parlare della trama è come privarsi del 50, forse 60 o addirittura 70% dell' esperienza. Eh si, perchè questo è un film interattivo a tutti gli effetti e la storia è la vera protagonista. Ma non come Heavy Rain, qui dobbiamo semplicemente sparare, distruggere, uccidere e sparare ancora. È un film interattivo perchè l' azione scorre incessante, non sono presenti caricamenti o stacchi di alcun genere durante lo svolgersi della storia e i filmati sono talmente ben amalgamati con le fasi giocabili da rendere difficile capire in che punto finisce la sequenza e in che momento dobbiamo cominciare a sparare. Comunque... la storia vede Max, dopo qualche anno dalla tragedia, vivere completamente allo sbando a causa della depressione e dai ricordi che lo attanagliano. Totalmente assuefatto da alcool, sigarette e antidolorifici, l' invecchiato e ingrassato Max si ritrova a fare la guardia del corpo ad una ricca famiglia di San Diego, in Brasile. Cambiare aria e cambiare città potrebbe essere una buona idea, pensa il buon Max. Invece il suo vecchio passato di morte e sofferenza non vuole proprio saperne di restare sepolto e in men che non si dica si ritrova a sputare sangue e pallottole su un gruppo di sequestratori che decidono di rendere la vita difficile ai suoi padroni. Ma più Max cercherà di scoprire la verità e più le soprese si faranno imprevedibili...

Ora, come fan mi rendo conto che, appunto, il prologo potrebbe non essere dei migliori: anch' io inizialmente ero scettico su questo terzo episodio: temevo questo brusco cambio di ambientazione (dalla fredda e introspettiva New York alla calda ed estroversa San Paolo) e, soprattutto, mi amareggiava la sensazione che mancasse quello stile cupo e psicologico dei vecchi capitoli. Invece... invece... ragazzi non ci sono parole per descriverlo. È come... è lo stesso fulmine a ciel sereno che mi colpì quando giocai il primo MP. Insomma apri la confezione, metti il disco sulla console e pensi "vabbè, sarà uno shooter come gli altri, tutta azione e niente sostanza, ormai non li fanno più i giochi di una volta...". Invece con sorpresa scopri non solo che le cose non sono cambiate ma che sono diventate ancora più belle e appassionanti. Lo stile c' è tutto: i monologhi di Max, l' atmosfera claustrofobica e drammatica, una storia che più va avanti e più ti spinge a seguirla. E poi c' è Max... più cattivo, divertente e affascinante che mai. Nonostante l' età e i chili di troppo si può dire che sia in forma smagliante.

 

 (Le sparatorie sono fluide, impegnative e spettacolari)

 

Dopo i primi minuti di scetticismo mi è parso chiaro come il sole che questo sarebbe stato un capolavoro. L' avventura è lunga, emozionante, violenta, adrenalinica, piena di azione ma anche di contenuti. È un gioco intelligente e fatto per intrattenere: non c' è dubbio, i ragazzi di Rockstar sanno bene come fare un gioco come si deve. Il gameplay è semplice e solido, e sfrutta in modo intelligente e ancora più spettacolare il Bullet Time tipico della serie: potremo tuffarci e scaricare fuoco sui poveri malcapitati (e, una volta atterrati, continuare a sparare da sdraiati), o rallentare semplicemente l' azione per permetterci una precisione di tiro maggiore. Uccidendo l' ultimo nemico della zona l' inquadratura si sposterà creando incredibili scene al rallenty, che ci daranno la possibilità di ammirare il viaggio dei proiettili dall' espulsione dalla canna fino al raggiungimento dell' obiettivo con tutti i tristi, macabri e distruttivi effetti che hanno su di esso. Nel caso, durante uno scontro a fuoco, in cui un nemico ci colga alla sprovvista e ci riduca in fin di vita possiamo sfruttare una sorta di "ultima chance": l' azione rallenterà in automatico e l' inquadratura si focalizzerà sul guastafeste dandoci il modo di spedirlo all' altro mondo prima che per noi sia troppo tardi: tutto questo accade (e accade spesso) con proiettili che sfrecciano da tutte le parti, nemici che corrono all' impazzata e noi sospesi a mezz' aria che ricarichiamo e spariamo con la vita appesa ad un filo, e vi assicuro che le sequenze che vengono a crearsi sono in grado di superare per epicità e spettacolarità qualsiasi film d' azione abbiate mai visto finora. Ovviamente non poteva mancare un sistema di copertura (davvero ben fatto, con un sacco di oggetti od angoli in cui ripararsi), ormai immancabile per uno sparatutto che si rispetti. Per fortuna l' IA dei nemici vi costringerà a dover lasciare spesso i vostri rifugi (lanciandovi granate o circondandovi con spietate mosse di accerchiamento) e a tuffarvi all' impazzata nel mezzo dell' azione alla ricerca di un altro riparo o sparando alla cieca nella speranza di fare fuori tutti i nemici rimasti. Le sparatorie sono velocissime e per niente banali, e dovrete dare sfogo a tutte le vostre vecchie abilità di videogiocatori (ormai sepolte da tempo, visti gli standard dei giochi recenti) per trovare le tattiche giuste in pochi secondi.

Interessante l' inventario delle armi (visionabile in tempo reale) e il suo spazio limitato: potrete portare con voi solamente due armi "leggere" come pistole o uzi (armi da usare singolarmente o in coppia) e un' arma "pesante" come un shotgun o un fucile d' assalto (ma che sarete costretti ad abbandonare nel caso voleste usare due pistole): il fatto di dover cambiare arma in tempo reale e di avere una potenza di fuoco limitata (e con proiettili scarsi) dona al gioco una graditissima dose di realismo e ci costringerà a fare le nostre scelte rapidamente e a sfruttare il nostro armamentario in modo tattico e intelligente. Niente sconti nemmeno per la rigenerazione della salute o della barra del Bullet Time: nel primo caso dovremo assumere delle dosi di antidolorifici per restare in vita, nel secondo "basterà" centrare i bersagli o... essere centrati. Pensate che già a difficoltà Facile il gioco offre una sfida sufficientemente impegnativa, provate ad immaginare le altre...

Oltre alla Storia principale sono presenti modalità Arcade in cui rigiocare i livelli della campagna con tempo limitato o simili. E, udite udite, un corposo e a quanto pare divertente Multi Online che, in quanto a divertimento, riesce a raggiungere gli stessi livelli dei migliori del genere (come COD, Battlefield e Uncharted). Insomma un pacchetto di tutto rispetto: lungo e impegnativo ma soprattutto tanto, tanto, tanto divertente.

 

 (Graficamente cose come queste non si vedono tutti i giorni)

 

CHE BELLO MAX PAYNE!

Graficamente siamo sui soliti standard Rockstar: personaggi realistici, animazioni fluide e scenari curati nei minimi dettagli. Generalmente è ottima ma essendo una recensione mi trovo costretto a risaltarne anche i lati negativi. Purtroppo (o per fortuna) gli scenari sono molto lineari e non ci permettono un' esplorazione approfondita delle zone. Le dimensioni delle aree di gioco sono mascherate sempre in modo molto intelligente, dandoci l' impressione di trovarci in ampi spazi ma lasciandoci effettivamente poche vie percorribili. Da un lato otteniamo così un ritmo di gioco frenetico e senza paragoni, dall' altro sarebbe stato più appagante cercare gli Indizi e i pezzi delle Armi d' Oro (ovvero i collezionabili della campagna) in spazi più ampi. E, se devo dirla tutta, le animazioni dei personaggi e l' espressività dei volti non è esattamente all' altezza delle mie aspettative (dopo L.A. Noire mi aspettavo da Rockstar una cura maggiore su questo aspetto). Niente di grave, comunque: il tutto gira fluido e senza problemi e non voglio assolutamente darvi l' impressione di un gioco poco curato o graficamente insopportabile.

Il sonoro è eccelso: il doppiaggio è in inglese e le voci sono tutte adatte alle controparti; certo, si può sollevare qualche critica per il fatto che manca il doppiaggio in italiano ma obiettivamente è ottimo su tutti i fronti. La colonna sonora è maestosa e alterna col ritmo giusto brani elettrizzanti a temi più cupi e drammatici (in primis il tema classico della saga). Anche la campionatura dei suoni (proiettili, esplosioni, ambientazioni,...) dimostrano la qualità della produzione. Insomma, l' orchestra di musica, voci ed effetti creano uno spettacolo sonoro davvero esaltante.

I controlli sono semplici ed efficaci: bastano pochi minuti per entrare in confidenza con il gameplay di Max Payne 3. Ci vuole di più per capirne i funzionamenti in termini tattici, poichè spesso si tratta di prendere decisioni in pochi decimi di secondo.

La longevità è superiore alla media del genere: circa 10 ore per l' avventura principale (che aumenta esponenzialmente con l' aumentare della difficoltà) e le modalità Arcade e Multigiocatore regalano decine (o centinaia) di ore extra in più.

Insomma, che siate o no fan di Max Payne poco importa perchè questo terzo capitolo è sicuramente il gioco d' azione più spettacolare e carismatico del momento e non potete farvelo sfuggire per niente al mondo. Forte di un comparto tecnico di prim' ordine e di una storia tutt' altro che banale e scontata, Max Payne 3 è LO sparatutto in terza persona per eccellenza, che unisce collaudate meccaniche classiche e gustosamente "retrò" ad aspetti invece più freschi e moderni.

Grazie Rockstar.

 

PREGI

Il solito Max di sempre... anzi meglio!

Comparto tecnico di prim' ordine

Storia appassionante e spettacolare

Emozioni a non finire

Multiplayer insospettabilmente divertente

DIFETTI

Personaggi e animazioni non sempre curati

Trama meno incentrata sul protagonista

Linearità assoluta

Poche novità rilevanti

 

GRAFICA...............91

SONORO...............92

GIOCABILITA.........86

LONGEVITA...........90

Divertimento*.......93

GLOBALE..............90

 

A cura di: Marco Tessarolo