Sleeping Dogs (2012)

Sleeping Dogs (2012)

 

L’incremento di potenza dell’hardware delle console attuali rispetto alle precedenti ha permesso di veder prodotti un grandissimo numero di giochi basati su mondi aperti pieni di oggetti collezionabili e di missioni secondarie da affiancare a quelle della storia principale. Questo è stato vero anche per giochi appartenenti a generi solitamente caratterizzati da un tipo d’esperienza lineare. Tuttavia quando si pensa ad un titolo in grado di rappresentare appieno la filosofia di gioco aperto e dalle mille possibilità, tanto da renderlo un genere a parte, di certo si pensa a Grand Theft Auto di Rockstar, il vero metro di paragone. Vediamo dunque se Sleeping Dogs sarà stato in grado di intaccare il trono di GTA e con quali armi.

 

 

Il gioco prodotto da Square Enix punta sicuramente sulla propria storia che si è rivelata essere estremamente matura e per certi versi profonda. Se da una parte l’ascesa al potere da parte dell’ultimo arrivato a far parte di una famiglia o gang malavitosa è un argomento trattato in diversi giochi, primi fra tutti i due capitoli della serie Mafia, dall’altra il pizzico di pepe in più è dato dal fatto che il nostro alter ego virtuale risulta essere un poliziotto infiltrato. Wei Shen ha dunque il compito di riuscire ad ottenere i favori dei boss malavitosi di Hong Kong con lo scopo di arrivare sempre più vicino alle alte sfere e di colpire fortemente Sun On Yee, la fazione criminale nella quale si inserisce dopo essere stato incastrato in modo fittizio per un crimine minore. A convincere è sicuramente la narrazione che assume ritmi sempre più sostenuti con il proseguire della storia. I personaggi sono tutti discretamente caratterizzati mentre si sarebbe potuto osare un po’ di più a riguardo dei risvolti emotivi legati alla condizione di detective sotto copertura. Dopo qualche spauracchio iniziale di essere scoperto e con l’eccezione di qualche pensiero notturno si perde totalmente la percezione del ruolo che stiamo svolgendo come infiltrato. A ricordarcelo è solamente qualche incontro con il nostro superiore dove viene fatto il punto della situazione. Quello che manca è invece il risentimento di Wei nel compiere azioni criminali che invece non si fa mai problemi nell’uccidere persone innocenti o agenti, e ancora un collegamento tra le missioni che compiamo come vero poliziotto e quelle invece nelle quali agiamo come membro della Sun On Yee. Quello che è chiaro è invece il progressivo attaccamento del protagonista al proprio alter ego malavitoso il che comporta una certa curiosità da parte del giocatore nel voler capire se e come Wei rimarrà fedele al proprio ruolo o se oltrepasserà il confine. Come accennato la narrazione non è mai scontata e non è avara di buoni colpi di scena e momenti dall’alta spettacolarità.

 

 

Come giocabilità, l’esperienza offerta da Sleeping Dogs si pone a metà tra quanto visto nelle serie GTA e Mafia. Da una parte avremo dunque una buona libertà d’azione e un discreto numero di quest secondarie, di cose da fare, di collezionabili e di negozi; dall’altra delle missioni articolate, profonde, complesse e dove accadranno eventi che segneranno il proseguimento degli eventi narrati. Sleeping Dogs non raggiunge né GTA come quantità delle cose da fare, né Mafia come profondità dei personaggi e spettacolarità delle missioni ma tuttavia riesce perfettamente a creare un giusto mix che, a conti fatti, risulta essere la struttura di gioco più completa tra quelle citate.

Punto a favore del titolo prodotto da Square Enix è inoltre la cura riposta nel combattimento corpo a corpo. Wei conosce l’arte del kung fu. Questo rende queste fasi estremamente coinvolgenti dato che nel corso della storia saremo in grado di apprendere nuove tecniche che ci permetteranno di compiere diversi tipi di combo devastanti quali lo spezzare braccia o gambe piuttosto che sferrare calci volanti. A questo si aggiunge un’elevata interattività ambientale durante gli scontri, tale da permetterci di sfruttare oggetti, cassonetti, cabine telefoniche e quant’altro per finire velocemente i nostri avversari. In alcune missioni sono poi presenti dei punti interattivi dell’ambiente che rendono l’azione estremamente cruenta, aumentando a dismisura la soddisfazione che deriva dallo sfruttare queste possibilità. Ad Hong Kong, ci viene detto, non è facile trovare armi come in America (ogni riferimento a giochi realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale). Proprio per questo, se non verso la fine dove ci verrà data la possibilità di raccogliere fucili ad esempio dal baule delle macchine della polizia, i combattimenti corpo a corpo hanno un’importanza assoluta mentre gli scontri a fuoco saranno limitati esclusivamente alle missioni che lo prevedono. Questo fa si che il numero di occasioni nelle quali ci verrà chiesto di alzare le mani è assolutamente spropositato e sproporzionato rendendo queste fasi decisamente ripetitive anche se, proprio per la bontà del sistema di combattimento, mai annoianti. Altre situazioni di gioco hanno lo stesso problema e risultano abusate come il rincorrere gente per i vicoli o per i tetti della città o il dover mandare fuori uso macchine nemiche facendo a sportellate.

 

 

L’ultima considerazione ci porta a quello che è forse il vero tallone d’Achille della produzione, un qualcosa di sicuro non in grado da solo di rovinare l’esperienza di gioco ma che rende comunque il tutto meno godibile se non altro in quanto stona con la cura riposta per gli altri aspetti. Stiamo parlando delle fasi di guida. Da rivedere assolutamente in quanto del tutto arcade. Non ci si poteva aspettare uno stile di guida simulativo come visto in Mafia 2 ma sicuramente un qualcosa di meglio di quanto proposto sì. Le macchine appaiono telecomandate e le moto sono praticamente imbattibili. In aggiunta a questo ogni volta che dovremo scappare in un inseguimento ci troveremo sempre ad essere meno veloci di chi ci sta dietro, in particolare della polizia, a prescindere dal bolide all’interno del quale siamo seduti. Per fuggire dunque la cosa più semplice risulta addirittura rallentare per essere affiancati in maniera più celere e poi cominciare a tamponare dato che grazie ad un tasto apposito potremo compiere uno spostamento laterale in grado di mettere fuori uso ogni mezzo in breve tempo. Un vero peccato dato che la cosa toglie di ogni fondamento queste fasi.

 

Tecnicamente il titolo gode di alti e bassi notevoli. All’interno della città ci saranno zone evidentemente meglio curate di altre. Ad esempio quelle da percorrere per forza a piedi. Lo stesso vale per le macchine. A dei bus discretamente osceni si contrappongono i bolidi ben costruiti. In generale il feeling della città è buono grazie ai neon e alla popolazione che rende questa Hong Kong più viva e credibile che mai. Tuttavia non si può soprassedere su degli scivoloni quali le cut scenes, spesso scattose, un frame-rate talvolta ballerino e texture spesso poco definite. Buono è l’effetto della pioggia, delle esplosioni e i dettagliati fisici dei protagonisti, un po’ meno le espressioni facciali fatta magari eccezione per Wei.

Il sonoro prevede il solito buon numero di canzoni da ascoltare in macchina anche se il numero e la scelta dei titoli non appare nemmeno confrontabile con quella di GTA e soprattutto di Mafia. Il doppiaggio è solo in inglese e risulta sicuramente carismatico e ben curato.

 

 

Infine non va taciuto di alcune similitudini fin troppo marcate rispetto al cugino GTA delle quali avremmo fatto a meno. Sleeping Dogs non ne aveva bisogno. Un esempio è l’utilizzo del cellulare per chiamare i nostri contatti, ricevere SMS e fare foto anche se la cosa più evidente è l’animazione che prevede il nostro essere proiettati attraverso il parabrezza in caso di frontale, tra l’altro in questo caso senza la minima ripercussione sul nostro stato di salute.

 

In definitiva Sleeping Dogs è un titolo apprezzabilissimo che non godrà magari del carisma o dell’attrattiva di alcuni suoi colleghi ma che allo stesso tempo offre probabilmente il tipo di esperienza più completo essendo in grado di non portare mai alla noia e di mantenere il giusto rapporto tra libertà d’azione e fasi guidate che elevano la spettacolarità del titolo. In definitiva Sleeping Dogs è un titolo del quale sarebbe auspicabile sentir ancora parlare. Un seguito potrebbe essere in grado di eliminare tutte le sbavature presenti e di diventare un titolo di assoluto spessore. Ad ogni modo anche questa prima uscita risulta riuscita ed in grado di intrattenere per moltissime ore.

 

PREGI

Crescita del personaggio sbloccando abilità

Combattimenti corpo a corpo impegnativi e appaganti

Storia matura

Buona varietà e profondità delle missioni

Quest secondarie non banali

DIFETTI

Sistema di guida, in particolare delle moto

Diverse pecche grafiche nelle cutscenes

Eccessivi combattimenti corpo a corpo

 

GRAFICA...............75

SONORO...............85

GIOCABILITA.........90

LONGEVITA...........90

Divertimento*.......90

GLOBALE..............85

 

A cura di: Nicola Puhar