The Last of Us (2013)

The Last of Us (2013)

Non è un segreto che io abbia un debole per i survival horror ma in genere cerco sempre di spulciare ogni videogioco in modo obiettivo evidenziandone pregi e difetti, sia che si tratti di IP che mi stanno a cuore sia che si parli di giochi unanimemente considerati "mediocri". Nel caso di The Last of Us è stato un lavoro doppiamente difficile, poichè la qualità del titolo è talmente alta che riuscire a giudicarlo senza essere considerato un giudice "imparziale" è davvero dura. Pensatela come volete, ma alla fine della mia prova il mio giudizio è: STRE-PI-TO-SO. Non ci sono altre parole per descriverlo. L' ultimo lavoro di Naughty Dog è riuscito di gran lunga a superare tutte le mie aspettative, e non esagero se lo definisco uno dei migliori giochi disponibili per PS3 e una delle migliori opere narrative di sempre.

 

Siamo in un futuro prossimo, un futuro in cui la razza umana è stata spazzata via da un misterioso e letale virus che trasforma gli uomini in orripilanti creature assetate di sangue. I pochi sopravvissuti si sono ritirati in città-fortezze controllate da militari senza scrupoli, e tirano avanti come possono in un mondo in cui risorse e speranze sono sempre più scarse. Joel è uno di questi sopravvissuti: un trafficante d'armi duro come la pietra, ma che sotto una scorza dura e impenetrabile nasconde comunque un briciolo di umanità. La prova arriva quando gli viene affidato l'incarico di scortare una giovane ragazzina, Ellie, fuori città: il motivo è un mistero, tuttavia Joel decide di accettare e tenere fede alla sua missione. Inizialmente sembra l'ennesimo lavoretto ben pagato, ma ben presto comincerà a nutrire dei sentimenti paterni nei confronti di questa misteriosa ragazza. Inizierà così un viaggio lungo e pericoloso attraverso gli Stati Uniti, un' avventura emozionante e ricchissima di colpi di scena che vede questa strana coppia battersi con ogni mezzo per sopravvivere in un mondo violento e senza regole. Inutile sottolineare che la trama svolge un ruolo centrale e che rappresenta il motivo principale per cui vale la pena comprare (e giocare) The Last of Us: ritmo narrativo, sceneggiatura, personaggi, quest'opera è stata davvero in grado di stupirmi dall'inizio alla fine, a coinvolgermi emotivamente e a farmi provare sentimenti che mai mi sarei sognato di provare leggendo un libro, guardando un film o soprattutto giocando ad un videogioco. Ovviamente non posso spoilerarvi nemmeno un dettaglio della trama, limitatevi a sapere che difficilmente assisterete a qualcosa di simile per un bel pò di tempo.

 

The Last of Us è un gioco... "avanti". Molto avanti. Così avanti che stento ancora a credere che si tratti di un gioco per PS3. Praticamente OGNI aspetto del gioco è stato spinto più in là dei limiti tecnologici visti finora, arrivando a sfruttare tutto (ma proprio tutto) il potenziale della console come nessun altro aveva mai fatto prima. La grafica è strabiliante in ogni suo comparto, così come il sonoro e tutto il resto, ma a questo ci arriveremo dopo: ora concentriamoci sul cuore del gioco, il gameplay, ovvero uno dei motivi principali che mi hanno spinto fin da subito a dire che quei 70 euro sono stati soldi ben spesi. The Last of Us è un survival horror. Forse più survival che horror. Anzi, forse è un' avventura horror. O forse no. Impossibile definire il genere di appartenenza di questo capolavoro senza scatenare polemiche, quindi mi limiterò semplicemente a catalogarlo come "cult" e a metterlo nella vetrina dei Mostri Sacri insieme a Metal Gear e affini. Voi giudicatelo come preferite, mentre vi illustro i contenuti di questo gioiello. Iniziamo con un semplice calcolo, che vi renderà più semplice la comprensione di cosa rappresenta The Last of Us; provate a fare questa somma:

 

-la sceneggiatura curata e profonda di The Walking Dead +

-il livello tecnico di Uncharted +

-la crudezza e il realismo di The Road +

-le ambientazioni di Io Sono Leggenda +

-le meccaniche survival di I Am Alive +

-mutanti tra i più realistici e agghiaccianti mai visti =

 

avete fatto? A me risulta "il gioco più bello di sempre". XD

Il mondo di gioco qui rappresentato è qualcosa che raramente si vede tutti i giorni (non a questo livello almeno): le ambientazioni sono caratterizzate alla perfezione, coerenti e artisticamente superbe. Si prova una certa amarezza nel vedere strade abbandonate invase da carcasse di auto, pozzanghere, giornali, lattine e putridume vario, e nell' assistere alla decadenza di migliaia di anni di evoluzione umana ammirando strutture architettoniche un tempo all'avanguardia, ma allo stesso tempo non si può non rimanere affascinati di fronte allo spettacolo della natura che, nel giro di un ventennio dallo scoppio dell' epidemia, si è riconquistata il suo posto nel mondo invadendo strade e abitazioni di foglie, erba e piante rampicanti. La sensazione che si prova nell' attraversare scenari del genere è quella di regredire ad uno stato primordiale, di assistere ad un vero ritorno all' equilibrio naturale delle cose con una natura sempre più verde e rigogliosa che soffoca e sopprime qualunque speranza di riscatto da parte di un'umanità sempre più impotente e fuori luogo.

 

Le meccaniche e l'atmosfera ricordano davvero da vicino quelle di I Am Alive: esplorazione di zone abbandonate, sensazione di solitudine e impotenza, scarsità di cibo e munizioni, combattimenti ansiogeni e impegnativi, il presentimento che tutto possa finire da un momento all altro. Naturalmente la difficoltà di gioco qui non raggiunge gli stessi livelli disumani e masochistici del titolo Ubisoft, ma il realismo di The Last of Us è qualcosa di ugualmente palpabile. Una cosa è certa, dimenticate le sparatorie e le risse furibonde di Uncharted, qui sono solo un lontanissimo ricordo. Tanto per fare un esempio cercare e razionare munizioni è vitale per sopravvivere, e farlo non è sempre una cosa facile: uccidere il nemico con una pistola da una distanza di sicurezza è sicuramente più agevole ma i proiettili sono rari, la nostra mira è imprecisa e il rumore può attirare attenzioni "indesiderate". I combattimenti quindi sono da evitare o da affrontare prevalentemente corpo a corpo, con un sistema di controllo simile a quello visto in Uncharted 3 ma qui molto più vario e realistico: oltre ad attacchi e schivate è stata introdotta la presa, con cui è possibile afferrare il nemico alle spalle e usarlo come scudo umano, oppure ucciderlo silenziosamente. Inoltre scagliare oggetti contro un avversario (come bottiglie e mattoni) ci permette di guadagnare qualche secondo per raggiungere un riparo o di disorientarlo quel tanto che basta per avvicinarci e piazzare un colpo letale. Insomma, non sarà il CQC visto in Metal Gear Solid 4 (dopotutto Joel non è di certo un supersoldato con anni di addestramento alle spalle) ma il sistema di combattimento di The Last of Us è profondo al punto giusto, ma soprattutto intuitivo e ben amalgamato con le altre fasi di gioco. A tratti sembra addirittura uno stealth game, molto simile ai primi Splinter Cell (mantenere un basso profilo, abbassarsi, utilizzare le coperture, nascondersi, creare diversivi...). C' è da chiarire una cosa: il realismo (e quindi il numero di munizioni e oggetti trovati, la reazione dei nemici, la vulnerabilità di Joel ecc) è direttamente proporzionale al livello di difficoltà scelto all' inizio dell' avventura, quindi non temete: i survivalisti puri avranno pane per i loro denti e potranno vivere un' esperienza simile a quella del pluricitato I Am Alive, soprattutto una volta sbloccata la difficoltà Sopravvissuto. Di sicuro, per quanto riguarda i combattimenti, uno dei maggiori pregi del gioco è quello di riuscire a trasmettere in modo incredibile il senso di "fisicità" degli scontri: l'impatto dei colpi, soprattutto quelli corpo a corpo, sono ricreati con cura maniacale tanto che in certe occasioni sembra quasi di percepire il dolore di Joel quando riceve l'ennesimo pugno in faccia o bastonata sulla schiena.

 

Parlando dei nemici vanno sostanzialmente divisi in due categorie: umani e mutanti. I primi si distinguono per la loro SPETTACOLARE intelligenza artificiale: questi sciacalli rappresentano un vero problema per i poveri Joel ed Ellie, forse più dei mutanti grazie alle loro capacità organizzative, ai sensi sopraffini e alle loro capacità di reazione che li rendono avversari temibili e letali. Gli scontri a fuoco sono tremendamente realistici e regalano un sacco di soddisfazioni: i nemici parlano tra loro, si organizzano, si nascondono, ci accerchiano, scappano se si sentono minacciati e si espongono solo se si sentono sicuri di fare centro. Vi giuro che in molte occasioni mi sono chiesto se ero davvero in una campagna per giocatore singolo o se stavo giocando online contro giocatori reali. Ovviamente alcune pecche sono presenti, soprattutto durante le fasi stealth, come un cono visivo non proprio realistico e la loro incapacità nel sentire alcuni rumori che produciamo avvicinandoci silenziosamente alle loro spalle, ma anche così rimane una delle IA più evolute che mi sia mai capitato di vedere finora, su questo non c'è dubbio. I mutanti al contrario sono meno intelligenti degli esseri umani ma non per questo meno pericolosi: quelli allo stadio iniziale della mutazione, i Runner, presentano ancora delle caratteristiche umane (come vista e udito sviluppati) e fungeranno come una sorta di "allarme" per tutti gli altri mutanti presenti in zona, ma sono piuttosto deboli e vulnerabili ai nostri attacchi; al contrario i Clicker, allo stadio avanzato della mutazione, non hanno capacità di individuazione molto avanzate (la vista è poco sviluppata a causa dei funghi che crescono nella loro testa) ma una volta allarmati si scagliano sul bersaglio spinti da un istinto animalesco senza freni e con singolo morso faranno passare Joel a miglior vita (per non parlare dell'impegno che richiedono per essere abbattuti). Uccidere i mutanti non sarà per niente una passeggiata perchè al contrario degli avversari umani (che tengono le distanze e ci pensano due volte prima di esporsi, lasciandoci così un pò di tempo per organizzarci) hanno la brutta abitudine di inseguirci senza tregua: se ci afferrano dovremo divincolarci e liberarci dalla morsa consci del fatto che nel frattempo molto probabilmente altre tre o quattro creature ci avranno circondato in attesa di mangiare la loro parte (sperando che non ci sia un Clicker nei paraggi, in quel caso la morte è quasi assicurata). Vi assicuro che la tensione in queste fasi è davvero incredibile. Il bello è che la malleabilità della IA avversaria assicura ogni volta una sfida sempre nuova: è praticamente impossibile ripetere per la seconda volta una fase di gioco nello stesso identico modo, poichè gli sviluppi e le reazioni dei personaggi sono ogni volta imprevedibili.

Comunque i nemici non sono gli unici a possedere una IA all' avanguardia: anche i nostri alleati godono di una cura realizzativa da fare invidia a molte produzioni contemporanee. Ellie, in particolare, non è una semplice palla al piede come spesso accade in molti giochi con un personaggio di supporto (Resident Evil 5, Kane & Linch, Army of Two...) ma cerca riparo, ci guarda le spalle, ci avvisa di ciò che vede, attacca i nemici, crea diversivi e ci salverà la pelle in più di un' occasione. Tutto questo in modo completamente automatico, con il suo comportamento che si adatta in tempo reale a ciò che le avviene attorno e alle nostre strategie. Vorrei rassicurare chi pensa che Ellie faciliti troppo le cose: assolutamente no, non è così. Il più delle volte rimarrà sulla retroguardia e lascerà a noi il comando dell' azione per non metterci i bastoni tra le ruote, semplicemente si rivelerà un supporto prezioso in grado di aiutarci, per esempio, qualora finissimo le munizioni e dovessimo trovarci in situazioni spiacevoli. In ogni caso non saprà di certo evitarci il game over, se è questo che temete (dopotutto è pur sempre una ragazzina!). Il risultato è davvero notevole, anche se non mancano alcune pecche fastidiose: ad esempio capita che Ellie si sposti da una parte all'altra della stanza o che si avvicini a noi mentre stiamo combattendo senza intervenire, quasi estranea a quello che le avviene a un metro di distanza, e in alcune fasi stealth passa davanti ai nemici senza che questi si accorgano della sua presenza. Comunque sono davvero piccolezze che accadono di rado, nel complesso l' IA dei personaggi è davvero impressionante e il più delle volte si comportano in modo assolutamente intelligente e verosimile.

 

Per sopravvivere a tutto questo, ovviamente, come in ogni survival che si rispetti è necessario esplorare ogni angolo dello scenario alla ricerca di risorse e strumenti utili. Purtroppo la progressione è lineare come al solito ma molto meno guidata e scriptata di quello che temevo: spesso infatti al giocatore è concessa una buona libertà di movimento all' interno delle ambientazioni, siano esse un albergo, un negozio, un quartiere, un bosco o un edificio. Molti scenari infatti sono sufficientemente ampi da garantire svariate aree facoltative da ispezionare come negozi, camere o corridoi che nascondono qua e là diversi oggetti utili quali spranghe, chiodi, mattoni, bende, bottiglie o simili. L' esplorazione insomma seppur limitata rispetto ad un open world è presente eccome e va sfruttata al massimo se si vuole sopravvivere (soprattutto a difficoltà Difficile e Sopravvissuto). Una volta raccolti gli oggetti potremo aprire lo zaino e, in tempo reale e senza interruzioni di alcun genere, unirli tra loro per creare nuovi strumenti (come molotov o kit medici): non aspettatevi MacGyver, sono semplici combinazioni per dare al gameplay un tocco di realismo e profondità in più (se mai ce ne fosse stato bisogno). Il sistema di crafting, al contrario delle aspettative, non solo è davvero ben fatto ma è praticamente irrinunciabile per progredire nel gioco: è impossibile pensare di raccogliere un bastone, una pistola e di sopravvivere senza ricorrere a potenziamenti ed equipaggiamenti di supporto. Un motivo in più per setacciare ogni angolo possibile. Con alcuni Banchi da Lavoro invece, simili a quelli di Dead Rising e Dead Island, potremo modificare leggermente le nostre armi e potenziarle in vari modi, ad esempio aumentando il rateo di fuoco o la velocità di ricarica. Niente combo strampalate, al contrario dei giochi citati poch'anzi. Interessante (nonchè coerente e realistico) è la possibilità di portare con sé un numero limitato di armi: una volta sbloccati gli slot potremo trasportare un massimo di due pistole, due armi "pesanti" (fucile, arco ecc) e un'arma da mischia (come bastoni o mazze) contemporaneamente. Imparare quali armi utilizzare in base alle evenienze è una delle primissime cose da imparare per sopravvivere. Ciliegina sulla torta, grazie ad alcune Pillole raccolte qua e là Joel può sbloccare alcune piccole abilità che gli permettono, ad esempio, di aumentare leggermente l'energia massima o di ridurre il tremolio durante la mira.

Per aiutare i giocatori meno navigati, inoltre, è stato inserito una sorta di "istinto" (la cosiddetta "Modalità Ascolto") richiamabile con il tasto R2, con cui Joel può visualizzare la posizione di alcuni nemici attraverso le pareti; questo "aiuto" serve soltanto a darvi un'idea della loro posizione ma non sperate di abusarne (come invece accadeva in Tomb Raider): i nemici "silenziosi" infatti non verranno visualizzati, e il rischio di trovarsi davanti a delle brutte sorprese rende preferibile affidarsi semplicemente alle proprie orecchie e alle proprie capacità. In soldoni, sottovalutare il nemico e gettarsi nella mischia sicuri di fare centro è sinonimo di morte certa, ed è sempre meglio proseguire a piccoli passi studiando il terreno di scontro poco alla volta e senza ricorrere ad aiuti poco "affidabili". In ogni caso, vi consiglio di disattivare completamente questa abilità e dimenticarvi della sua esistenza: ne guadagnerete in divertimento e coinvolgimento.

 

Insomma, non c' è un solo aspetto del gioco lasciato in balia di sé stesso: trama e personaggi (per quanto "semplici") sono da oscar, la realizzazione tecnica è all' avanguardia e il gameplay è qualcosa di profondo, equilibrato e tremendamente realistico. Cosa chiedere di più? Non me la sento nemmeno di infierire sugli aspetti più "discutibili": nel complesso è tutto talmente ben strutturato e realizzato che pretendere di più è praticamente impossibile. Già stupisce giocare una tale meraviglia su PS3, e cercare il pelo nell' uovo significa essere veramente degli incontentabili guastafeste. Perchè è vero che lo svolgimento è lineare ma questo non significa che l' azione sia guidata, è vero che gli scenari non sono enormi ma l' esplorazione è comunque presente, è vero pure che l'IA non è perfetta ma rimane ugualmente diverse spanne sopra a quanto visto finora. Stesso discorso vale per l' interazione con l' ambiente: dotare Joel delle abilità atletiche di Nathan Drake avrebbe finito col trasformare il gameplay in un platform e la possibilità di ribaltare tavoli e distributori lo avrebbero fatto diventare l' ennesimo action/shooter in stile Gears of War. Io quindi sono del parere che OGNI aspetto sia perfettamente in linea con la filosofia del gioco: i protagonisti sono persone comuni, inesperte, impaurite e per niente addestrate ad affrontare un' avventura del genere. In questo modo poi, anche l' immedesimazione raggiunge livelli di eccellenza, non trovate? Forse l'unico difetto degno di nota è l'eccessiva linearità di alcune fasi (soprattutto nelle primissime ore di avventura) ma considerando che ciò contribuisce a coinvolgere ulteriormente in una storia incredibilmente straordinaria direi che non si può nemmeno considerare un difetto. Ad approfondire ulteriormente l'universo narrativo e il senso di realismo del titolo subentrano inoltre un buon numero di collezionabili da esaminare come documenti e manufatti, piastrine identificative e fumetti. Insomma, se è vero che la campagna si completa in una media di circa 15 ore è anche vero che i motivi per rigiocarla sono davvero molteplici e allettanti... Per non parlare delle modalità NewGame+ e della possibilità di sbloccare costumi e altri succosi extra.

 

Graficamente parlando siamo prossimi alla perfezione su PS3, e sono certo che sotto parecchi aspetti sarà un gioco in grado di rivaleggiare con molti futuri titoli di prossima generazione. C'è da dire che per quanto riguarda le texture ambientali The Last of Us non raggiunge gli stessi risultati impressionanti di titoli come Uncharted 3, God of War 3 o il recente Tomb Raider, e l'immagine in certe occasioni appare più sporca e sgranata, ma ciò è giustificato dalla dimensione degli scenari che appaiono molto più vasti e ricchi di dettagli rispetto ai titoli citati poch'anzi.

Al di là di questo ci sono però innumerevoli aspetti che invece spingono al limite l'hardware di gioco. A livello poligonale i personaggi (sia primari che secondari) sono incredibili e vantano animazioni fisiche e facciali stupefacenti: in alcuni frangenti, durante le cutscene, sembra quasi di vedere attori in carne ed ossa. Le ambientazioni sono dettagliatissime, ricchissime di elementi (molti dei quali non interattivi, ma vabbè), coperture e percorsi alternativi, con tonalità di colori, atmosfere e dettagli diversi da luogo a luogo. Ottima la realizzazione di acqua, fuoco ed effetti atmosferici (perfino i granelli di polvere che si intravedono nell'aria sono incredibili). Praticamente perfetti anche la regia, la telecamera, i bellissimi effetti di luce e le ombre (sia quelle naturali che quelle generate dalla torcia). Anche qui, se proprio vogliamo cercare il pelo nell'uovo, alcuni difetti ci sono: alcune aree sono un pò spoglie (al contrario di altre ricchissime di dettagli), ci sono alcuni casi di popup e la risoluzione di alcuni oggetti stona un pò troppo con la maestosità grafica generale. Comunque tutti difetti tranquillamente perdonabili, impossibile chiedere di più da PS3, diciamo semplicemente che in alcune circostanze si notano più del dovuto. Inutile sottolineare che, come in Uncharted, la fluidità è ottima in quasi tutte le occasioni e i bug si contano davvero sulle dita di una mano (e quei pochi presenti, detto sinceramente, a mio avviso sono del tutto sopportabili e giustificabili).

Nulla da ridire sull'impianto sonoro, di sicuro il lato più curato, dettagliato e incantevole dell'opera e tra i migliori che abbia mai sentito in un videogioco: difficile superare un lavoro simile. Partiamo dal doppiaggio: la lingua originale è sicuramente azzeccata ed è priva di qualunque sbavatura, ma a mio parere anche quella italiana si difende benissimo. Nonostante in qualche occasione alcune voci italiane non siano sempre adatte alle varie controparti (soprattutto per alcune comparse), in generale è stato fatto un lavoro estremamente minuzioso, al punto da superare qualitativamente il doppiaggio incredibile di Far Cry 3 o di altri titoli recenti: davvero lodevoli le performance dei protagonisti. Insomma, sia che decidiate di godervi il doppiaggio originale (sottotitolato) che di optare per quello nostrano, in ogni caso state pur certi che la qualità è davvero altissima. Unico appunto: in alcune occasioni nelle fasi di gameplay le voci dei personaggi tendono a "ovattarsi", rendendone difficile l'ascolto se non accompagnato da sottotitoli, ma è un difetto che raramente si presenta in forma grave e fastidiosa.

Parlando degli effetti sonori devo dire che li ho trovati piacevolmente raggelanti: non solo le campionature ambientali sono incredibilmente verosimili (davvero terrorizzanti alcuni suoni in sottofondo), ma anche i versi dei mostri sono a dir poco eccezionali, e di gran lunga superiori a quelli apprezzati in Dead Space o affini: lamenti tristi e angoscianti, click freddi e disumani... Spettacolare! Da oscar la colonna sonora: Gustavo Santaolalla ha firmato un capolavoro assoluto, creando arrangiamenti tanto semplici quanto efficaci. Le sonorità dolci, poetiche e vibranti delle tracce musicali contribuiscono con eleganza a calare il giocatore nella giusta atmosfera, risultando sempre adatte e in linea con lo stile narrativo e scenografico delle varie situazioni.

 

Per ultimo mi sembra doveroso citare la modalità Multigiocatore, pur essendo il lato sicuramente meno interessante e innovativo del pacchetto. Al multiplayer di The Last of Us va attribuito il merito di essere riuscito a riproporre il gameplay e l'atmosfera della campagna estendendo il tutto ad un'esperienza di gruppo: un'operazione mica facile, visto il genere di appartenenza. In pratica dovremo badare ad una sorta di "villaggio virtuale" e aiutarlo a crescere recuperando risorse e materiali nel corso dei match. Al termine di ogni match assisteremo allo sviluppo del nostro campo base, e questo è un incentivo mica male a impegnarsi per un bel pò di tempo anche online. Le modalità di gioco non sono moltissime, ma ognuna di esse propone comunque spunti interessanti uniti ad aspetti invece più "classici" e rodati. Caccia alle Risorse è simile ad un classico deathmatch a squadre per 8 giocatori ma le vite a disposizione per ciascun schieramento è limitato ed è consigliabile ricorrere sempre al gioco di squadra con rianimazioni e spostamenti organizzati. Sparsi per lo scenario, inoltre, sono presenti oggetti da assemblare e potenziamenti vari, ma la presenza di Perk e di armi da fuoco rischia di farla sembrare una modalità sparacchina come tante altre. Molto meglio invece Sopravvissuti, le cui meccaniche rimangono grossomodo simili a quelle di Caccia alle Risorse ma con la differenza che mancano i respawn e che richiede una certa dose di attenzione in più: bisogna muoversi con estrema cautela ed effettuando ogni mossa con freddezza e lucidità. Questa modalità, in effetti, pur essendo difficile e non adatta a tutti è quella che meglio rispecchia la filosofia e il realismo di The Last of Us, caratteristica che invece la modalità Caccia alle Risorse tende leggermente a manipolare e storpiare. In entrambi i casi, comunque, affronteremo i match in 7 mappe vaste e ampiamente esplorabili, zeppe di percorsi alternativi, superfici da scalare e visivamente accattivanti. Altra segnalazione importante: la connessione si mantiene sempre stabile e fluida, anche se non mancano alcuni problemi generali (come il matchmaking, a volte estenuante). Insomma, una modalità multigiocatore un pò avara di contenuti, ma in generale molto divertente e appassionante nonostante la semplicità delle meccaniche e la scarsa offerta di modalità di gioco. Piacerà un sacco a chi ha amato lo stile, il ritmo e il gameplay di The Last of Us, mentre difficilmente gli appassionati di sparatutto o action in terza persona lo troveranno interessante e stimolante. Peccato davvero per l'assenza di una modalità Coop (una modalità Orda ci sarebbe stata benissimo) ma non è affatto da escludere che possa essere aggiunta in futuro con l'ausilio di patch o DLC.

 

Arriviamo alla fine della recensione, un pò per non rivelare alcune sorprese (che sono davvero tante) e un pò per il fatto che elencare ogni singolo aspetto e ogni singola sfacettatura di The Last of Us senza rischiare spoiler è impossibile. Il gioco in questione è veramente un must have per tutti i possessori di PS3, uno dei pochissimi giochi visti finora in grado di spolpare veramente tutto il potenziale di questo vecchio gioiello tecnologico che soggiorna nei nostri salotti da ben sette anni, un gioco al limite della perfezione tecnica e artistica.

The Last of Us è come un brandy da gustare a piccole dosi, o come un buon sigaro cubano da assaporare centimetro dopo centimetro, un viaggio da vivere passo dopo passo, osservando ciò che resta di un mondo in rovina, scoprendo qua e là pezzi di vite dimenticate e riflettendo sul senso da dare a un'esistenza inutile e senza alternative. E' un viaggio logorante, un gioco che riesce a penetrare gli animi degli spettatori, che si diverte ad assorbire il giocatore e a trascinarlo con sé dall inizio alla fine senza lasciargli un attimo di respiro.

Pur non essendo assolutamente esente da difetti o da scelte strutturali per alcuni versi discutibili non posso far altro che sottolineare ancora una volta l'importanza, il coraggio e la qualità di questo progetto: sfornare una nuova IP al tramonto di una generazione è già di per sè una scelta azzardata, se poi la qualità e il frutto di tanti anni di lavoro è un gioco in grado di stupire, emozionare e appassionare più di qualsiasi altra cosa vista finora... Beh, non mi resta altro da fare che inchinarmi davanti a Naughty Dog e tornare ad esplorare ancora una volta il mondo oscuro, crudele e violento di The Last of Us.

 

 

PREGI

Trama e personaggi da oscar

Emozioni forti dall' inizio alla fine

Ambientazioni favolose

Cura realizzativa senza precedenti

Ottima sensazione di realismo

Scontri a fuoco da brividi

Campagna abbastanza lunga e molto rigiocabile

Tra le migliori IA viste finora

Il miglior motivo per acquistare (o conservare) PS3

DIFETTI

Alti e bassi della IA durante le fasi stealth

Qualche dettaglio grafico sottotono

Qualche piccolo problema tecnico sul piano audio

Modalità multiplayer un pò scarna

 

A cura di: Marco Tessarolo