Assassin's Creed IV: Black Flag (2013)

Assassin's Creed IV: Black Flag (2013)

 

E rieccoci all'annuale appuntamento con Assassin's Creed. Come da tradizione, Black Flag non ha mancato di scatenare polemiche e discussioni su quanto si sentisse la necessità di vedere uscire l'ennesimo episodio di una saga che sembra non avere mai fine. Commercialata? Desiderio di soddisfare i (sempre numerosi) fan? Chi lo sa. Posso però dire che, sorprendentemente, Assassin's Creed 4 non solo ha mantenuto tutte le aspettative, ma si è rivelato un gioco ben superiore a tutte le mie più rosee previsioni, demolendo ogni genere di accuse infondate scatenatesi in rete nelle ultime settimane.

Partiamo dalla trama. La storia inizia con una feroce battaglia a bordo di una nave in cui Edward Kenway presta servizio come marinaio: a capitanare la ciurma nemica c'è un certo Duncan Walpole, un Assassino intenzionato a uccidere tutto l'equipaggio. Sopravvissuto miracolosamente al massacro, Kenway si ritrova sperduto su un'isola in compagnia dell Assassino il quale, dopo un breve duello, cede ai colpi di spada del nostro eroe. Edward decide di rubarne le vesti e l'identità, e scopre tra l'equipaggiamento della vittima una misteriosa lettera scritta dal governatore dell'Avana, Laureano de Torres y Ayala, in cui accenna a una misteriosa reliquia. Intenzionato a scoprirne di più sulla faccenda, e magari a ricavarne qualche profitto, Edward si reca all' Avana per incontrare il governatore sperando di non far saltare la copertura. Questo è solo l'inizio di una storia davvero interessante, ben ritmata e coinvolgente, anche se a conti fatti non ha molto a che vedere con il solito universo narrativo di Assassin's Creed. Certo, c'è tutto quello che i fan si aspettavano: Assassini e Templari, personaggi storici, manufatti e via dicendo, però molto spesso tutti i temi "classici" della saga vengono messi in secondo piano a favore di una narrazione più introspettiva e strettamente legata alla vita personale di Edward. Il nuovo protagonista fortunatamente è caratterizzato in modo splendido, con un passato alle spalle e una "morale" ben delineata, tanto che non è difficile affezionarsi a lui dopo pochi minuti di gioco, anche se è un pò discutibile il fatto che non venga spiegato in alcun modo come abbia imparato a muoversi e combattere come un vero Assassino. Fin dall'inizio possiede capacità fisiche incredibili e doti impensabili per un comune essere umano, ed è strano pensare al fatto che non venga mai menzionato dove e come abbia ottenuto tali attributi. Si tratta di capacità genetiche ereditate da Altair e altri discendenti o di un banale buco narrativo? Chissà. Lascio a voi il piacere di cercare e approfondire le teorie più attendibili. Nonostante questo, comunque, storia e personaggi rimangono sempre piacevoli dall'inizio alla fine e riescono a soddisfare tutti i palati, nonostante qualche prevedibile "colpo di scena" (James Kidd era una donna? Nooo, chi l'avrebbe detto!). Quindi, se vi aspettavate una trama articolata e zeppa dei contenuti tipici degli episodi passati potreste ricevere una delusione, ma se cercate semplicemente una buona storia, più accessibile, avventurosa e divertente da seguire (ma non per questo poco profonda) allora non avrete di che lamentarvi. Ottime soprattutto le fasi finali, emozionanti e molto ispirate.

Un pò forzate invece le fasi nel "presente", anche se molto più divertenti e coinvolgenti del solito: nei panni di un impiegato della Abstergo potremo girovagare negli uffici della società a caccia di ester egg, documenti e curiosità che di sicuro non sfuggiranno ai veterani della saga, oltre che approfondire alcuni aspetti della storia, il tutto con una pratica visuale in prima persona. Inoltre, completando gli obiettivi e le sfide all'interno dell'Animus, sbloccheremo action-figures di Assassin's Creed che andranno a personalizzare la nostra postazione come una sorta di "trofei". Insomma, vivere il "presente" non è niente di eccezionale, ma è un plus sicuramente interessante e una chicca che i fan gradiranno di certo, anche se a mio parere si poteva tranquillamente evitare.

Parlando del gioco, se c'è una cosa di cui non si può accusare Assassin's Creed 4 è la mancanza di originalità: Black Flag è forse il capitolo più innovativo da qualche anno a questa parte, tanto che non fatico a paragonarlo (per cura realizzativa e divertimento offerto) a quel pezzo di capolavoro che fu Assassin's Creed 2 nel lontano 2009. Ubisoft ha preso solo il meglio dei capitoli passati e li ha amalgamati con più coerenza e impegno, riuscendo a ridurre le fasi più monotone tipiche del brand ai minimi storici e offrendo un mondo di gioco sempre stimolante. Black Flag, a pensarci bene, ha molte più cose in comune con Far Cry 3 che non con gli Assassin's Creed "classici": una mappa enorme liberamente esplorabile, ambientazioni caraibiche zeppe di fascino e un sacco di cose da fare, come vuoi e quando vuoi. Ogni minima azione compiuta, come liberare una roccaforte o raccogliere un collezionabile, premia il giocatore con nuovi contenuti di gioco e con un grande senso di gratificazione personale. Mentre in passato completare tutti gli obiettivi era quasi frustrante e, in certi casi, inutile, in Black Flag si è continuamente stimolati a migliorarsi, ad andare avanti, a sviscerare tutto al 100% per sbloccare ogni singolo contenuto di gioco. E la noia non si fa mai sentire.

Black Flag è composto principalmente da due aspetti: le fasi a terra e le fasi in mare aperto. Parliamo innanzitutto degli aspetti più "classici", ovvero le fasi a terra. Esplorare città e accampamenti è sostanzialmente simile a quanto visto in passato: le solite Torri da scalare (per visualizzare dettagli delle zone limitrofe sulla mappa e sul radar), Forzieri da aprire (per ricevere denaro e oggetti), Frammenti di Animus da raccogliere, prostitute e ubriachi da reclutare, gioco d'azzardo, negozi eccetera. Come sempre avremo la possibilità di arrampicarci in ogni dove, con un sacco di appigli e cornicioni pronti per essere sfruttati per raggiungere le zone più elevate. Ma Black Flag reintroduce molte vecchie feature abbandonate nel corso degli anni e spiana la strada anche a diverse caratteristiche nuove di zecca. Qua e là potremo incappare in Canzoni da raccogliere (sono spartiti musicali da inseguire e raccogliere entro un periodo limitato di tempo, come le Pagine dell'Almanacco di Assassin's Creed 3), contratti di assassino, Forti e Basi nemiche da conquistare, Magazzini da saccheggiare (ovviamente dopo aver recuperato la chiave da una delle guardie nelle vicinanze)... e non solo. Nelle zone più "selvagge" troveremo anche delle rovine in cui scovare degli Steli Maya: una volta raggiunta una delle strutture, con un semplice enigma scopriremo l'ubicazione in cui è sepolto uno degli amuleti e, collezionandoli tutti, riceveremo una preziosissima ricompensa. In un gioco sui pirati non potevano mancare Mappe del Tesoro (utili, ovviamente, per trovare tesori nascosti) o i Messaggi in Bottiglia, contenenti lettere interessantissime che ampliano l'universo narrativo di Assassin's Creed. In spiagge, foreste e isole sperdute potremo anche cacciare e affrontare diversi tipi di animali selvatici, dai giaguari ai coccodrilli ai cinghiali, perfetti per recuperare materiali preziosi (come pelli o zanne) da rivendere nelle botteghe o da utilizzare per costruire,migliorare e ampliare il nostro equipaggiamento. Black Flag quindi è un gioco veramente immenso e zeppo di contenuti, ma talmente ben strutturato da non risultare mai noioso o dispersivo. Non ci sono riempitivi, ogni cosa ha un ruolo ben preciso all'interno del gameplay.

Il movimento a piedi inoltre è stato migliorato, grazie alla telecamera meno "soffocante" che facilita gli spostamenti e rende più chiaro "decifrare" l'ambiente che ci circonda (anche se, nel corso dei combattimenti, continua a dare qualche problema). Ottimi anche i miglioramenti apportati al Menù Rapido (ora molto più intuitivo e veloce) e al sistema di mira con le armi da fuoco, più vicino a quello "tradizionale" tipico dei TPS.

Parliamo ora di quello che rende Black Flag un gioco davvero unico e, in generale, il più grande gioco sui pirati mai creato nella storia: le sezioni in mare aperto. Grazie alla nostra nave (personalizzabile tanto nell'equipaggiamento quanto nell'aspetto, modificando vele, timone e polena) potremo solcare il Mare dei Caraibi in completa libertà e prendere parte ad avventure di tutti i tipi, e tornare sulla terraferma in qualsiasi momento attraccando in uno dei porti sparsi qua e là (o abbandonando la nave e nuotando in mare aperto). Nel mare sconfinato troveremo relitti sommersi da esplorare (le ambientazioni sottomarine sono davvero ben fatte), squali e balene da cacciare (arpionandole e inseguendole con un minigioco apposito) e affrontare epici combattimenti navali a suon di cannonate contro mercantili o fregate spagnole e inglesi. Una volta sconfitta una nave potremo abbordarla e guidare la nostra ciurma all'arrembaggio per intimare all'equipaggio di arrendersi e a cederci il loro carico prezioso. Naturalmente, è doveroso pensarci due volte prima di minacciare una nave nemica, visto che potrebbe nascondere capacità offensive superiori alla nostra, per questo è consigliabile studiare i propri potenziali bersagli da distanza di sicurezza prima di attaccare, grazie al classico binocolo in dotazione, e solo dopo attenta analisi valutare se il gioco vale la candela. Tutti i materiali raccolti dai saccheggi, come casse di rum, tessuti o metalli preziosi possono essere rivenduti o investiti per potenziare il nostro veliero. Navigare in mare insomma è fonte di immensa soddisfazione, ma non pensate che la vita da marinaio sia semplice: in ogni momento potremo ritrovarci intrappolati in una tempesta, che porta con sè onde anomale, trombe marine e venti impetuosi pronti a spedirci in fondo all'oceano. Non solo: anche la nebbia può rivelarsi un nemico mortale, visto che limita la visibilità e rende ogni scoglio e ogni baia un ostacolo da evitare senza preavviso. Ma avventurarsi in mare può riservare anche molte sorprese, come naufraghi da salvare, bottini galleggianti da recuperare o, più semplicemente, un tramonto o un panorama da mozzare il fiato. Questo e molto, molto altro riserva il vastissimo mondo di Assassin's Creed 4.

Se dobbiamo parlare di difetti, dirò innanzitutto che l'unico aspetto deludente è ancora una volta rappresentato dalla pessima IA dei nemici: nei combattimenti i soldati mostrano ancora un'evidente arretratezza mentale, visto che il più delle volte si fanno abbattere senza opporre la minima resistenza (eccezion fatta per gli ufficiali, che sfruttano senza tregua blocchi e contrattacchi, e che necessitano di una dose maggiore di impegno per essere abbattuti). Qualche piccolo passo avanti è stato fatto, ma per quanto divertenti gli scontri all'arma bianca non danno moltissime soddisfazioni. Discorso diverso invece per quanto riguarda le routine comportamentali degli abitanti e delle guardie in pattuglia. Passeggiare per le strade delle città si rivela un'esperienza davvero affascinante e decisamente più realistica che in passato: anche se non mancano NPG che vagano qua e là senza meta e guardie che ronzano nelle zone più improbabili, in generale i personaggi si comportano con più coerenza: mercanti e lavoratori che si danno da fare, gruppetti di persone che parlano e discutono tra loro... Insomma, in generale sembra tutto più realistico rispetto al passato e si nota una maggiore interazione tra i personaggi e l'ambiente che li ospita, e ciò è sicuramente un buon punto a favore. Anche le pattuglie, per quanto poco sveglie e reattive rispetto a quelle di altri stealth-game, sono leggermente più attente e si insospettiscono con un pò più facilità rispetto a quanto visto negli episodi passati. Ottimo invece il comportamento delle navi nemiche nelle fasi di combattimento navale.

Tra i difetti anche qualche piccolo problema con i controlli, soprattutto a piedi: nelle arrampicate può capitare di "incastrarsi" in alcuni punti, o di sbagliare qualche salto piombando involontariamente in un punto che non avevamo previsto, ma sono davvero eccezioni. Inoltre, la fisica delle navi non è sempre impeccabile e capita di eseguire manovre decisamente irrealistiche e poco simulative, come ruotare la nave di 180° in una baia di poche decine di metri. Mi rendo conto comunque che un'approccio un pò "casual" era necessario per offrire un gameplay divertente e accessibile, e in effetti va benissimo così. Non poteva mancare la possibilità di costruire e gestire una vera e propria Flotta, da utilizzare per commerciare beni preziosi e garantirci sostanziosi introiti, oltre che alla classica Base segreta da personalizzare con negozi e opere d'arte.

Una delle cose che ho apprezzato di più è il ritorno dell'approccio stealth: pur non essendo una feature nuova all'interno della saga e pur mantenendo meccaniche basilari e poco simulative, in Black Flag questa caratteristica è stata migliorata moltissimo, tanto che si è continuamente incentivati ad agire in modo silenzioso esattamente come nel primo magico episodio, e più volte nel corso delle missioni viene esplicitamente richiesto di proseguire senza essere scoperti. Ecco quindi che in moltissime occasioni (sia fuori che dentro le missioni) è preferibile ricorrere a coperture, nascondigli, trappole, pedinamenti e uccisioni discrete per evitare di attivare l'allarme scatenando su di noi decine di soldati armati fino ai denti.

Tra i pregi, invece, ho notato un piccolo ma evidente incremento della difficoltà generale. I combattimenti, per quanto banali e poco profondi, necessitano di un certo impegno per essere portati a termine (soprattutto se ci sono 5 o più nemici da affrontare contemporaneamente). Molti tesori e collezionabili sono nascosti alla vista e non è facile sulle prime capire come raggiungerli, soprattutto se sono nascosti in fondali marini dove l'ossigeno scarseggia. Infine, certe navi nemiche e certe fortezze sono quasi inattaccabili, e bisogna sfoggiare tutte le proprie capacità tattiche e combattive per riuscire a spuntarla. Quindi, prima di lamentarvi dicendo che "Assassin's Creed è un gioco facile" provate a conquistare una maledetta Nave Leggendaria.

Tecnicamente parlando, lascia davvero di stucco ammirare un comparto tecnico del genere su una console alla fine del suo ciclo vitale. Pur essendo inferiore alla versione next-gen, in quanto a pulizia e dettaglio, e pur non raggiungendo le prodezze e i tocchi da maestro di GTAV, la grafica di Black Flag ha dell'incredibile. Non solo l'ambientazione è enorme e priva di caricamenti (se si escludono alcune eccezioni), ma mette in mostra un livello di dettaglio e una mole di contenuti davvero da manuale. Il mare è immenso e realizzato con grandissima cura: splendido l'andamento delle onde, il ciclo giorno/notte, il clima variabile (anche se a volte il meteo cambia in modo troppo repentino) e gli effetti speciali come fulmini, tempeste, cicloni e onde anomale. Ritrovarsi a combattere nel bel mezzo di una tempesta è emozionante e angosciante allo stesso tempo. Ottimo anche il lavoro svolto sui personaggi: il protagonista è modellato in modo eccellente come sempre, ma anche il resto del cast è migliorato tantissimo tanto nella riproduzione dei volti che delle espressioni facciali e delle animazioni (anche se molti passanti hanno una postura ancora troppo rigida e si muovono come se avessero un palo infilato in culo). Ottimo anche il design di città e insediamenti, in particolar modo l'Avana: oltre ad essere rigogliosa, varia e bellissima da vedere, è anche carica di un fascino che non si respirava dai tempi di Firenze e Venezia del Rinascimento Italiano. Le altre invece, Nassau e Kingston, sono un pò più anonime e prive di carattere, ma ugualmente solari e interessanti da visitare. Insomma, graficamente non c'è nulla da ridire, peccato per il framerate, soprattutto nelle grandi città, che in qualche occasione non riesce a sopportare il gran numero di dati e si lascia andare a qualche rallentamento di troppo. In mare aperto, invece, tutto fila liscio come l'olio. Anche i bug sono sensibilmente ridotti rispetto al disastroso terzo episodio: se si esclude un pò di popup in lontananza, qualche problema con le ombre e qualche visuale un pò "sfuocata" negli intermezzi funziona tutto come un orologio svizzero, o quasi. Difficile pretendere di più. Se avete una PS4 nuova fiammante ovviamente vi consiglio di optare per la versione nextgen, ma in caso contrario potete tranquillamente accontentarvi della versione PS3, davvero soddisfacente.

Il sonoro rappresenta un grande motivo di orgoglio per la saga (e in generale per tutti i titoli Ubisoft), e Black Flag non fa eccezione. Il doppiaggio è tra i migliori degli ultimi anni, è realizzato con grandissima cura (sia per quanto riguarda i protagonisti che i personaggi secondari) e fa sfoggio di doppiatori professionisti come Francesco Pannofino (doppiatore di George Clooney, Denzel Washington e Michael Madsen) nei panni del leggendario Barbanera e altre voci più o meno famose, ma non per questo meno capaci. Ottime anche le musiche in perfetto stile "marinaresco", sempre epiche e puntuali nel ricreare la giusta atmosfera, tanto di cappello a Jesper Kyd che ha saputo superare sè stesso con una soundtrack davvero incisiva. C'è da sottolineare un piccolo particolare: per qualche ragione, camminando in città si notano moltissimi passanti parlare in lingua originale, cioè spagnolo o inglese (a seconda dei personaggi). Non è chiaro se la cosa sia voluta, per mantenere intatto il pathos e l'atmosfera originale, o se si tratta di una mancanza in fase di localizzazione. Sta di fatto che raramente si rivela fastidioso, visto che comunque si tratta di un elemento di contorno.

Se parliamo di longevità, Black Flag è inattaccabile: le missioni principali ci terranno impegnati per le canoniche 12/15 ore, ma il mondo di gioco offre così tante attrazioni e così tante cose da fare da portarci via come minimo altre 40 o 50 ore. Per non parlare del multiplayer, piuttosto interessante (anche se poco innovativo e riciclato dai vecchi episodi) e due ore di gioco esclusive per tutti i possessori di PS3, che potranno impersonare Aveline in una mini-campagna extra, anche se lineare e un pò troppo buggata. Tra le chicche è doveroso citare l'introduzione di un sistema di valutazione personale: al termine di ogni missione potremo assegnarle un punteggio da 1 a 5 stelle (a rappresentare il nostro "indice di gradimento") che verrà trasmesso direttamente ai server Ubisoft. Questo servirà agli sviluppatori, per studiare i gusti dei giocatori e migliorare gli episodi futuri limando gli aspetti più indigesti e poco apprezzati dal pubblico. Non male.

Nel complesso siamo di fronte a una delle avventure più colossali, ricche e divertenti che si siano mai viste in questa generazione, confezionata con grande cura e con grande attenzione per i particolari, nonostante un comparto tecnico non più in grado di reggere le ambizioni degli sviluppatori, almeno su hardware attuali. L'unico aspetto che potrebbe far storcere il naso ai fan più incalliti è una trama sostanzialmente "slegata" da quella principale, poco profonda e articolata rispetto a quelle ammirate finora, ma per tutto il resto si tratta di un gioco fenomenale, audace e che propone con coraggio idee fresche, nuove meccaniche e un gameplay coinvolgente, senza rinunciare alle basi consolidate tipiche della saga. Davvero complimenti, Ubisoft.

 

PREGI

Un simulatore di vita piratesca!

Un mare di cose da fare e da scoprire

Comparto tecnico notevole, per essere su PS3

Scenari naturali e urbani di indubbio fascino

Ottimo doppiaggio, superiore alla media

Le fasi navali sono puro godimento

Un piccolo ma percettibile incremento della difficoltà

Protagonista carismatico e ben delineato

Storia coinvolgente, per quanto "semplice"

DIFETTI

Narrativamente è un pò diverso dal solito

Qualche difetto tecnico qua e là

Grafica un pò "sporca", in certe situazioni

L'IA in generale è ancora troppo arretrata

Qualche cambiamento in più non avrebbe guastato

 

GRAFICA...............93

SONORO...............95

GIOCABILITA.........96

LONGEVITA...........97

GLOBALE..............95

 

A cura di: Marco Tessarolo